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Aveva promesso il sequestro preventivo dei beni dei sospetti evasori
Ingroia a capo di “Riscossione Sicilia”
Lo sguardo incredulo di Giovanni Floris
Non è facile dimenticare lo sguardo incredulo di Giovanni Floris durante l’intervista ad Antonio Ingroia nel momento in cui il magistrato, e candidato premier, espose le sue idee nei confronti dei potenziali evasori fiscali. Ingroia disse che se avesse vinto le elezioni avrebbe dato vita ad un’agenzia chiamata “Alto commissariato per la caccia ai patrimoni illeciti” con la quale avrebbe confiscato tutti i patrimoni illeciti. E fin qui niente da dire, ma lo stesso Ingoia introduceva un particolare veramente innovativo: non avrebbe confiscato i patrimoni illeciti di evasori scoperti e condannati, ma di chiunque. Purché ci fosse il solo e semplice sospetto.
Lo ha chiamato “processo presuntivo”. Ovvero “basta che ci fossero, sulla base degli incroci dei dati, degli elementi che fanno presumere che quella persona possa, anche se non accertato penalmente, possa essere un evasione fiscale”. Se ci fossero state sproporzioni tra i patrimoni appartenenti a questa persona e il reddito dichiarato, come per i mafiosi, si sequestrano i beni sarebbe stato avviato un procedimento in cui il proprietario di questi beni avrebbe avuto il diritto di provare la provenienza lecita del bene o che non ha evaso le tasse. Se non fosse riuscito a dare prove della sua innocenza i suoi beni rimarranno confiscati per sempre. Insomma tutti colpevoli fino a prova contraria con buona pace della “presunzione di innocenza” sancita dalla Costituzione.
Adesso è arrivato l’annuncio che il presidente della Regione siciliana, Rosaria Crocetta, ha messo Ingroia a capo di “Riscossione Sicilia”, l’Equitalia dell’isola. Se Ingroia avrà il compito di “ripulire” l’ente sconvolto da una serie di gravissimi scandali, renderlo efficiente anche a tutela dei cittadini, tutto bene; se, invece, mettesse in atto le proposizioni esposte quando era leader di “Rivoluzione Civile” allora ci sarà veramente da preoccuparsi.
Intanto però insorge il Codacons, con Tanasi in testa, che annuncia una diffida al Csm affinché non rilasci il nulla osta al magistrato «Nonostante il fine pubblico della nomina - prosegue il Codacons - l'incompatibilità è evidente: come può un magistrato che fino a ieri ha indagato in Sicilia, assumere il compito di far pagare le tasse proprio nella regione in cui ha operato e ha acquisto informazioni nell'ambito delle sue funzioni?». Ma Ingroia non dovrebbe essere ad Aosta?
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