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La Motorizzazione ha fornito i dati di marzo

Auto, mercato sempre più giù

A rischio la sopravvivenza della filiera automotive italiana


La Motorizzazione ha immatricolato nel mese di marzo 2013 132.020 autovetture, con una variazione di -4,90% rispetto a marzo 2012, durante il quale ne furono immatricolate 138.816 (nel mese di febbraio 2013 sono state invece immatricolate 108.818 autovetture, con una variazione di -17,10% rispetto a febbraio 2012, durante il quale ne furono immatricolate 131.271). Nello stesso periodo di marzo 2013 sono stati registrati 374.783 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di -4,36% rispetto a marzo 2012, durante il quale ne furono registrati 391.863 (nel mese di febbraio 2013 sono stati invece registrati 343.403 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di +1,07 % rispetto a febbraio 2012, durante il quale ne furono registrati 339.756).
Nel mese di marzo 2013 il volume globale delle vendite (506.803 autovetture) ha dunque interessato per il 26,05% auto nuove e per il 73,95 % auto usate. Le immatricolazioni rappresentano le risultanze dell'Archivio Nazionale dei Veicoli al 31.03.2013, mentre i dati relativi ai trasferimenti di proprietà si riferiscono alle certificazioni di avvenuto trasferimento di proprietà rilasciate dagli Uffici Provinciali della Motorizzazione nel mese di marzo 2013 e rappresentano le risultanze dell'Archivio Nazionale dei Veicoli alla data del 31.03.2013.
Flessione del 12,97% del 2013
da sommare al –26,72% del 2012
Nel periodo gennaio-marzo 2013 la Motorizzazione ha in totale immatricolato 354.931 autovetture, con una variazione di -12,97% rispetto al periodo gennaio-marzo 2012, durante il quale ne furono immatricolate 407.832. Nello stesso periodo di gennaio-marzo 2013 sono stati registrati 1.088.327 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di +0,69 rispetto a gennaio-marzo 2012, durante il quale ne furono registrati 1.080.841.
«Il dato grezzo trae in inganno perché sembra quasi che si sia attenuata la caduta della domanda, senza però tenere conto che marzo 2012 aveva perso il -26,72% rispetto allo stesso mese del 2011. In realtà il -4,9% di marzo, se confermato come trend nei prossimi mesi, vedrebbe realizzarsi un mercato attorno a 1.300.000 vetture immatricolate, ovvero il 35% in meno dei 2 milioni di pezzi considerati come il livello minimo per la sopravvivenza della filiera automotive italiana che fattura l’11,4% del Pil, versa nelle casse dello Stato il 16,6% delle entrate fiscali nazionali e occupa, con l’indotto allargato, 1.200.000 persone», commenta Filippo Pavan Bernacchi, presidente di Federauto, l’associazione che rappresenta i concessionari di auto, veicoli commerciali, veicoli industriali e autobus, che aggiunge: «Il primo danneggiato da questo tracollo dei volumi è proprio lo Stato che oltre a perdere circa 3 miliardi tra Iva e tasse varie deve anche sborsare milioni di euro per sostenere centinaia di migliaia di lavoratori in cassa integrazione. Con una perdita sociale enorme, senza contare il riflesso negativo sui consumi interni che produce una spirale senza fine: buste paga più leggere e incertezza sul futuro portano a minori consumi e quindi a minori posti di lavoro. Una catena da spezzare quanto prima».
Bernacchi: «Quando finirà l’attacco
dello Stato al nostro settore?»
Federauto sottolinea che i primi due mesi del 2013 hanno fatto registrare una flessione del -17,33% rispetto al pari periodo del 2012. Perdita che può essere recuperata solo se nella seconda metà dell’anno si registrerà una timida ripresa, di cui ancora non si intravedono i presupposti a causa delle forti preoccupazioni generate dal quadro politico istituzionale confuso, incapace di esprimere una risposta adeguata alle urgenze delle imprese e del Paese.
Per il presidente dei concessionari Renault, Roberto Bolciaghi: «Mentre case automobilistiche e concessionari di tutte le marche offrono prodotti a prezzi mai così competitivi, accompagnati da pacchetti finanziari, assicurativi e di servizio di valore, desta sconcerto l’improvvisa notizia dell’aumento del 30% degli emolumenti per le pratiche e le certificazioni PRA».
Conclude Pavan Bernacchi: «Ancora tasse sugli autoveicoli, provvedimenti autolesionistici che produrranno minori consumi. Ma quando finirà questo attacco senza quartiere al nostro settore? Purtroppo è l’ultima manifestazione di una politica che ha varato manovre assurde a carico dell’auto e che rende urgente la presenza di un Governo con nuove idee per disegnare un nuovo futuro per gli autoveicoli e per il Paese. Al prossimo Governo, quando e se si insedierà, presenteremo nuove proposte perché noi dalla crisi vogliamo uscire e lottiamo ogni giorno per traguardare questo obiettivo, per mantenere aperte le nostre aziende e dare lavoro ai nostri dipendenti che, spesso, per noi sono come familiari».

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