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Dal 29 aprile scorso le famiglie in difficoltà possono chiedere la sospensione della rata per un massimo di 18 mesi
Mutui, riparte il Fondo di solidarietà
È ripartito lunedì scorso il Fondo di solidarietà per i mutui prima casa del ministero dell'Economia che consente la sospensione del pagamento dell'intera rata del mutuo. Tutte le famiglie in difficoltà potranno richiedere nuovamente la sospensione della rata del proprio mutuo, per l'acquisto dell'abitazione principale, fino a 18 mesi, salvo che sussistano i requisiti previsti.
Il Fondo di Solidarietà, operativo dal 2010, e rifinanziato dal Decreto "Salva Italia" con ulteriori 20 milioni di euro, servirà per ripagare le banche degli interessi maturati sull'intero debito, durante il periodo di sospensione (spread escluso). La sospensione della rata, però, non può essere richiesto se vi sia stato «un ritardo nei pagamenti superiore a 90 giorni consecutivi al momento della presentazione della domanda da parte del mutuatario, ovvero per i quali sia intervenuta la decadenza dal beneficio del termine o la risoluzione del contratto stesso, anche tramite notifica dell'atto di precetto, o sia stata avviata da terzi una procedura esecutiva sull'immobile ipotecato», si è esclusi, poi, se si usufruisce già di forme di agevolazioni pubbliche, e in presenza di «un-assicurazione a copertura del rischio che si verifichino gli eventi di cui sopra (del primo criterio indicato dal Mef, ndr), purché garantisca il rimborso almeno degli importi delle rate oggetto della sospensione, e sia efficace nel periodo di sospensione stesso». La possibilità di accedere al fondo è per i mutui di non oltre 250mila euro in ammortamento da almeno un anno, il cui titolare abbia un indicatore della situazione economica equivalente (Isee) non superiore a 30 mila ed è legato «al verificarsi di almeno uno dei seguenti eventi: cessazione del rapporto di lavoro subordinato, ad eccezione delle ipotesi di risoluzione consensuale, di risoluzione per limiti di età con diritto a pensione di vecchiaia o di anzianità, di licenziamento per giusta causa o giustificato motivo soggettivo, di dimissioni del lavoratore non per giusta causa, con attualità dello stato di disoccupazione», oltre a «cessazione dei rapporti di lavoro di cui all'art. 409, numero 3, del codice di procedura civile, ad eccezione delle ipotesi di risoluzione consensuale, di recesso datoriale per giusta causa, di recesso del lavoratore non per giusta causa, con attualità dello stato di disoccupazione», infine morte o riconoscimento di handicap grave (invalidità civile non inferiore all'80%).
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