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Lo ha stabilito la Regione nel mese di aprile, i canoni di concessione verranno moltiplicati per sei

Il mare siciliano costerà molto di più

Protesta di Federalberghi e di tutti gli operatori del settore turistico

Uno scorcio della costa catanese
Uno scorcio della costa catanese

«Il canone base annuo relativo alle concessioni di beni demaniali marittimi, specchi acquei e pertinenze demaniali maritttime [...] è aumentato del seicento per cento rispetto alla corrispondente misura dell’anno precedente». Recita così il decreto del presidente della Regione Siciliana n. 509 del 3 aprile 2013, emanato «su proposta dell’assessore al Territorio ed Ambiente di concerto con l’assessore all’Economia».
Tutti i privati che usano il litorale siciliano dovranno pagare alla Regione siciliana un mucchio di soldo in più. Si tratta di lidi, porti, attracchi, ristoranti, alberghi, camping, raffinerie e qualsiasi altro tipo di attività. Le motivazioni di questo fortissimo aumento risiedono nel fatto che, secondo la Regione, l’utilizzo del demanio marittimo costava pochissimo: all’incirca 1 euro al metro quadrato l’anno, Una somma fissata da un vecchio decreto del ministero della Marina mercantile, il 299/89 che stabiliva la somme di 1.600 lire cioè 0,83 centesimi di euro. Il precedente governo regionale aveva differenziato il canone in base alla valenza turistica “alta” (ad esempio Catania, Palermo, Messina, Taormina, Siracusa, Marina di Ragusa, Sciacca e tutte le isole minori), “media” (Pozzallo, Marina di Modica e Milazzo) e “bassa” (Gela, Priolo, Fiumefreddo, Licata).
«Abbiamo voluto allineare la Sicilia al resto d’Italia – ha detto l’assessore regionale al Territorio e ambiente, Mariella Lo Bello -, adeguando canoni che erano scandalosamente bassi rispetto sia al valore del demanio, sia al raffronto con altre realtà».
I vertici di categoria (Nico Torrisi per Federalberghi, Dario Pistorio di Fipe e Sindacato Balneari, Vittorio Messina di Confesercenti, Antonio Firullo della Federazione italiana balneari, Pippo Zingale della Faita e Pietro La Torre dell’Ente regionale turismo siciliano) sono stati durissimi: «La scelta del governo di aumentare i canoni in modo indiscriminato è omicida nei confronti delle imprese turistiche. Non siamo petrolieri, ma piccole e medie imprese locali impegnate in un settore strategico per lo sviluppo della Sicilia. Va posto immediato rimedio a questo provvedimento abnorme e sollecitiamo gli assessori al Turismo e alle Attività produttive a fare sentire la propria voce.
Invitiamo inoltre il Presidente Crocetta e l’on. Trizzino a dare notizia pubblica del lungo elenco di soggetti che beneficiano dei cosiddetti canoni ricognitori spiegandone la logica».
«Federalberghi Sicilia ribadisce la propria convinta contrarietà agli aumenti prospettati per decreto dal governo regionale. Pur apprezzando l'apertura al dialogo dimostrata dall'assessore regionale al Territorio, Lo Bello, nell'organizzazione dell'incontro con tutte le rappresentanze di categoria del turismo regionale sugli enormi rincari dei canoni demaniali, Federalberghi sottolinea che non può esserci mediazione nei parametri che si intendono proporre e che, al momento, sembrano aleatori.
Se gli aumenti dovessero rimanere abnormi, sebbene parametrati, non sfuggirebbe a nessuno il significato politico di un atto incomprensibile che colpisce pesantemente un settore già in grande difficoltà».

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