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Seconda puntata della "Nota Territoriale" pubblicata dall'Agenzia delle entrate sulle transazioni siciliane
Immobili: il mercato fa piccoli passi avanti
Catania, Acireale, Caltagirone e Paternò assorbono il 40% delle compravendite
La distribuzione delle compravendite per provincia
(seconda parte)
Acireale, Caltagirone, Paternò
I comuni della provincia con maggior numero di transazioni, nel II semestre 2012, sono Catania (915), Acireale (166), Caltagirone (125) e Paternò (119) che assieme assorbono più del 41% del volume di scambio dell’intera provincia.
I differenziali delle quotazioni medie comunali più alti si registrano per i Comuni di San Gregorio di Catania ed Aci Castello, mentre per tutti gli altri comuni sono distribuiti nelle classi con valori inferiori a 1,2. Per i comuni della macroarea “Hinterland catanese” nel II semestre 2012, rispetto al II semestre 2011, si registra una forte contrazione delle compravendite, con variazioni percentuali superiore al 40% per i comuni di San Giovanni La Punta e Sant’Agata Li Battiati. Se si considera l’intera macroarea la riduzione del mercato supera il 29%.
Il 79% del mercato residenziale della macroarea è assorbito dai comuni di Catania, Mascalucia e San Giovanni La Punta che, nel II semestre 2012, fanno registrare un volume di scambio pari a 1.076. I valori di riferimento più alti si riscontrano per i comuni di Aci Castello, San Gregorio di Catania e Sant’Agata li Battiati con quotazioni immobiliari superiori a 1.500 €/m2. Nell’anno 2012 il comune di Valverde risulta il più attivo della macroarea con valore dell’indice IMI superiore all’1,6%.
Ad eccezione dei comuni di Aci Bonaccorsi e Milo, nel II semestre 2012, tutti i comuni della macroarea “Acese e Versante Sud Orientale Etna”, registrano forti contrazioni del mercato residenziale con variazioni percentuali negative, rispetto al II semestre 2011, comprese tra il -13,2% del comune di Pedara e il -63,8% del comune di Nicolosi. Tra i comuni più rilevanti per dimensione del mercato residenziale, oltre il comune di Acireale, che assorbe più del 31% del mercato residenziale della macroarea, si distinguono i comuni di Aci Catena e Pedara. L’intensità del mercato immobiliare si attesta a un valore medio di macroarea pari a 0,61%; il comune più attivo della macroarea, con valori dell’indice IMI superiore a 2,5% è Aci Bonaccorsi. Per tutti i comuni della macroarea “Versante Nord Etna” si registra una generale contrazione del mercato residenziale. Fa eccezione il comune di Castiglione di Sicilia che fa registrare un incremento delle compravendite superiore al 5%. I comuni più significativi per dimensione del mercato residenziale sono Bronte e Randazzo che con 86 NTN assorbono il 56% del mercato residenziale della macroarea. Nel 2012, il comune di Piedimonte Etneo si conferma il più attivo della macroarea con un valore dell’indice IMI pari a 1,19%, seguito dal comune di Bronte con 1,08%. Le quotazioni di riferimento di tutti i comuni della macroarea, nel II semestre 2012, si mantengono sotto gli 800 €/m2.
Ad eccezione dei comuni di Mineo, Vizzini e Mazzarrone, anche per i comuni della macroarea “Piana di Catania e Calatino” si registrano contrazioni del mercato residenziale con lievi riduzioni delle compravendite per Castel di Iudica e Militello in Val di Catania e maggiori perdite di quote di mercato per Caltagirone (-42,9%), Grammichele (-52,7%) e San Cono (-64,7%). I comuni più significativi per dimensione del mercato residenziale sono Caltagirone, Palagonia e Scordia che con 674 NTN assorbono il 49% del mercato residenziale della macroarea. Il Comune di Mineo risulta il più attivo della macroarea con un valore dell’indice IMI pari a 1,22%, seguito dal comune di San Michele di Ganzaria (1,12%). I valori di riferimento di tutti i comuni della macroarea, nel II semestre 2012, si mantengono sotto il valore di 650 €/m2.
Il mercato del comune di Catania
In linea con il dato provinciale, nel II semestre 2012, la Città di Catania, suddivisa in 30 zone omogenee, oltre una zona rurale R, fa registrare, rispetto al II semestre 2011, un calo delle compravendite pari al -27,7%. Con 915 il volume di scambio del capoluogo di provincia scende sotto le 950 unità riducendosi negli ultimi 7 anni del 60%. Nel II semestre 2012, il volume di scambio della Città di Catania è assorbito principalmente dalla fascia semicentrale e dalla fascia periferica che assieme coprono il 68% del mercato residenziale comunale, seguite dalla fascia centrale, con una percentuale pari al 20%, e dalla fascia suburbana con il 12%. Le zone omogenee del Comune di Catania che registrano in valore assoluto il maggior numero di compravendite sono le zone C5 (99) e C6 (84) della fascia semicentrale e la zona D3 (88 NTN) della fascia periferica. Come evidenziato nella figura 15, nel 2012, ad esclusione della zona rurale poco rilevante per il mercato residenziale, la zona più attiva della Città di Catania è la zona E1 dove l’indice d’intensità del mercato immobiliare raggiunge un valore pari a 1,80%, seguita dalla zona B5 con 1,79%, mentre per tutte le altre zone i valori scendono sotto l’1,7% fino al valore minimo della zona suburbana E3 pari a 0,53%. Le quotazioni medie più alte del territorio comunale si hanno per le zone C1 (C.so Italia, V.le Veneto- via G.D’Annunzio) e C4 (De Gasperi - V.le Alagona, Ognina) della fascia semicentrale e la zona B6 (C.Sicilia – Stesicoro - M.Libertà) della fascia centrale con valori di riferimento superiori a 1,5 volte la quotazione media comunale pari a 1.419 €/m2; seguono le zone centrali, B2 (Via Etnea, Viale XX Settembre) B5 (V. Africa – Raffineria - Mascagni)e B4 (Roccaromana – Androne - R.Margherita) con quotazioni medie superiori a 1,3 volte il valore medio comunale (Figura 16).
Nel II semestre 2012 si evidenzia un maggior volume di scambio per la tipologia dimensionale “media”, che assorbe una quota di mercato superiore al 30%, seguita dalla classe dimensionale “piccola” (21,4%) e “medio-piccola” (20,9%); per le altre due classi dimensionali le percentuali scendono al di sotto del 20% fino al valore minimo della tipologia “grande” che assorbe solo il 9,6%.
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