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Approvati dal Senato sgravi fiscali fino al 65% su ristrutturazioni, mobili ed elettrodomestici
Al via la delibera sugli Ecobonus
Passa alla Camera il decreto legge approvato il 4 giugno scorso dal Consiglio dei Ministri per il recepimento della direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica edilizia; in particolare, subiscono modifiche gli articoli del decreto legislativo 19 agosto 2005, promuovendo la valorizzazione e l’integrazione delle fonti rinnovabili negli edifici.
Le percentuali di detrazioni stabilite sono del 65% per gli interventi finalizzati alla ristrutturazione ed efficienza energetica di edifici già esistenti e del 50% per l’acquisto di mobili e grandi elettrodomestici. Di fatti, tali agevolazioni consistono in dieci quote annuali per un tetto massimo di 10.000 euro e comprendono anche l’acquisto di frigoriferi, lavatrici e lavastoviglie; a questi si aggiungono gli interventi di sostituzione di impianti di riscaldamento con pompe di calore, in precedenza esclusi. Il sottosegretario allo Sviluppo Economico Simona Vicari ha dichiarato: «Con un emendamento presentato dal Governo al decreto “Efficienza energetica” ed utilizzando dei fondi presso il ministero dello Sviluppo Economico è stato possibile trovare risorse che consentiranno di sostenere un comparto importante, contribuendo in questo modo a dare un sostegno deciso al Made in Italy». E se da una parte si cerca di supportare l’industria nazionale, dall’altra si tenta di fiaccare il tasso di disoccupazione. È proprio l’articolo 17 del decreto ad affermare che “entro il 31 ottobre 2013, le regioni e le province autonome [..] attivano un programma di formazione di installatori di impianti a fonti rinnovabili” ed avranno la possibilità di “riconoscere ai soggetti partecipanti ai corsi di formazioni crediti formativi per i periodi di prestazione lavorativa e di collaborazione tecnica continuativa svolti presso imprese del settore”.
Queste sono disposizioni che non puntano solo all’incremento di un’economia per ora al ribasso, ma allo stesso tempo permettono al progresso di avanzare in un ottica di rispetto nei confronti dell’ambiente.
Siamo ancora lontani dall’equiparare i nostri risultati nel campo con quelli di nazioni come Norvegia o Svezia, ma sembra che la direzione sia quella giusta da percorrere.
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