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La struttura assistenziale di Acireale, che serve l’intera provincia, ha un credito di 2 milioni e mezzo di euro
L’Oasi Cristo Re rischia di chiudere per colpa dell’Asp
I lavoratori dell'Oasi Cristo re durante una recente protesta
Si è svolta nei giorni scorsi a Palermo l’audizione della IV Commissione permanente “Sanità”, presieduta dall’onorevole Giuseppe Digiacomo, per discutere sulla vicenda Oasi Cristo Re di Acireale e sui contrasti tra la stessa struttura assistenziale e l’Asp. Invitati in audizione il sindaco di Acireale, Nino Garozzo, l’Oasi Cristo Re con il segretario-direttore Angelo Rigano e l’economo Salvo Raciti, l’Asp con il dir. Sanitario Barbagallo. L’onorevole Angela Foti, promotore dell'iniziativa, ha aperto i lavori, relazionando sui servizi resi dall’Oasi Cristo Re, sull’importanza assistenziale e sociale della struttura ma anche sulla grave situazione finanziaria venutasi a creare a causa del mancato riconoscimento delle rette integrative da parte dell’Asp, unico impedimento ad una serena gestione della struttura, atteso che i comuni hanno debiti verso l’Oasi davvero irrisori. Foti ha insistito perché venga trovata una soluzione celere e chiara.
Il sindaco di Acireale, Nino Garozzo, ha sottolineato che «nell’ambito delle Ipab siciliane, l’Oasi è una struttura che funziona non è uno stipendificio in quanto eroga servizi veri. Il disequilibrio finanziario, oggi grave potrebbe diventare irreversibile perché si regge su integrazioni di rette non riconosciute dall’Asp».
«La Legge - ha detto ancora Garozzo - non prevede procedure aggravate che l’Asp ha invece adottato con l’Ipab, per cui, all’accertamento della non autosufficienza dovrebbe automaticamente seguire l’integrazione della retta».
Il sindaco ha precisato anche che l’Asp ha sempre tentato di non pagare ciò che è stato anche riconosciuto: «Non solo in altre Asp questo non avviene, ma gli assessorati alla Sanità e Famiglia hanno in passato dato indicazioni chiare, ma disattese, perché fosse riconosciuta l’integrazione della retta alla certificazione di non autosufficienza dell’ospite, non confondendo questo con le prestazioni sanitarie. Ho insistito perché i due assessorati ribadiscano ai manager di proprio riferimento e in attesa di una riforma più ampia, il concetto, obbligando quindi l’Asp al rispetto della norma anziché la elusione della stessa con procedure non previste».
Il sindaco si è detto preoccupato dalla «posizione oggi non modificata dell’Asp e che difficilmente si modificherà a meno di intervento chiaro e preciso dell’assessorato alla Sanità. Ho chiesto la riedizione immediata di un decreto circolare del 2001 che aveva chiarito la vicenda. La soluzione è nelle mani del Governo regionale, quindi».
«Oggi avuto conferma anche del fatto che l’Asp non abbia mai inserito in Bilancio queste somme – ha concluso Garozzo -. Se si dovesse aspettare la soluzione delle pendenze giudiziarie, l’Ipab forse riceverà giustizia, ma nel frattempo avrà già chiuso battenti: il tempo non gioca a favore della struttura. Sono andato personalmente in audizione, perché testimoniare che Acireale tiene particolarmente all’Oasi e mi auguro che ciascuno faccia la propria parte. Più che in quelle dell’Ars, la soluzione è nelle mani degli assessorati alla Sanità e alla Famiglia che hanno potere nelle Asp, su quella di Catania in particolare visto che si tratta di gestione con nomina riferibile al Governo della Regione».
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