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E intanto il Parlamento sta studiando la proposta di legge sulla riforma del Catasto
Imu, ancora novità
Con la franchigia a 600 euro l’85,1% degli italiani non pagherebbe l’imposta
Se fosse confermata l’introduzione di una franchigia pari a 600 euro, l’85,1% dei contribuenti non pagherebbe l’Imu sull’abitazione principale: questa decisione farebbe “perdere” alle casse dei Comuni italiani 2,1 miliardi di euro. A fare i conti è l’Ufficio studi della CGIA di Mestre che, a seguito delle indiscrezioni di questi ultimi giorni, ha stimato in 15.262.800 (pari all’85,1%) il numero dei proprietari di prima casa che con l’introduzione di questa misura sarebbe esonerato dal pagamento dell’imposta.
Diversamente, non sfuggirebbero al versamento dell’Imu sull’abitazione principale 2.663.900 proprietari (pari al 14,9% del totale contribuenti) che sarebbero tenuti a pagare complessivamente quasi 2 miliardi di euro (precisamente 1,89).
Se, invece, si optasse per l’aumento della detrazione (e non la franchigia) dagli attuali 200 a 600 euro, vi sarebbe un risparmio anche per quei 2.663.900 di proprietari non toccati dai benefici dell’opzione “franchigia”: di conseguenza, il mancato gettito salirebbe così a 3,3 miliardi (con franchigia a 600 euro, invece, il “buco”, come dicevamo più sopra, si fermerebbe a soli 2,1 miliardi).
«Ipotizzando che prevalga l’opzione dell’introduzione di una franchigia di 600 euro - spiega il segretario della CGIA, Giuseppe Bortolussi -, faccio davvero fatica a pensare che tra gli 810 miliardi di spesa pubblica previsti per il 2013 non si riescano a trovare 2 miliardi di euro di copertura finanziaria per i bilanci comunali e un altro miliardo per evitare l’aumento dell’Iva previsto dal 1° ottobre. Grazie all’uscita dalla procedura di infrazione per deficit eccessivo, nel 2014 potrebbero essere trovati facilmente quei 6 miliardi di euro necessari per evitare l’aumento dell’Iva e per esonerare quasi tutti dal pagamento dell’Imu sulla prima casa»
Se, invece, si decidesse di aumentare la detrazione da 200 a 600 euro, ne usufruirebbero tutti i proprietari, anche coloro che si troverebbero a pagare più di 600 euro. In questo caso il mancato gettito per le casse comunali salirebbe a 3,3 miliardi di euro.
Se da un lato questa notizia ci conforta, non manca una nota – diciamo negativa – che va sottolineata. È di questi giorni l’aggiornamento del Catasto che prevede il cambio dai vani ai metri quadri per il calcolo della rendita. Rendita che verrebbe adeguata all’osservatorio redatto dall’Agenzia delle Entrate che ha suddiviso i Comuni per zone con i valori di vendita e locazione a metro quadrato. Importanti anche i coefficienti che verranno applicati e che analizzeranno le caratteristiche dell’immobile (piano, vecchiaia dell’edificio, strada etc)
Una variazione non da poco che potrebbe far salire la rendita anche del 60 per cento rispetto a quella attuale.
Le conseguenze per l’Imu sono intuibili da tutti.
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