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Dal 1° ottobre, salvo cambiamenti dell’ultima ora, l’aliquota dal 21% salirà al 22%
Famiglie: l’aumento Iva costerà 100 euro in più
L’aggravio non si applicherà ai beni di prima necessità
La stangata è ormai prossima. Dal 1° ottobre, salvo cambiamenti dell’ultima ora, l’aliquota Iva del 21% salirà al 22%. Per il 2013 il costo complessivo a carico dei consumatori sarà di circa 1 miliardo di euro, dal 2014 toccherà i 4,2 miliardi. Lo ha calcolato la Cgia di Mestre.
Il vino tra le bevande; carburanti, riparazioni auto, abbigliamento, calzature, mobili, elettrodomestici, giocattoli e computer tra i non alimentari: sono solamente alcuni dei beni e servizi che, probabilmente, dal prossimo 1° ottobre costeranno di più a seguito dell’incremento dell’aliquota Iva ordinaria dal 21 al 22%.
Ipotizzando che i comportamenti di consumo delle famiglie italiane rimangano immutati, la CGIA stima che per un nucleo costituito da 3 persone l’aggravio medio annuo sarà di 88 euro. Nel caso di una famiglia di 4 componenti, l’incremento medio annuo sarà invece di 103 euro.
Visto che per il 2013 l’aumento dell’Iva interesserà solo l’ultimo trimestre, per l’anno in corso gli aumenti di spesa saranno pari a 22 euro per la famiglia da 3 persone; 25,75 euro per quella da 4.
Il costo di questa operazione graverà sulle tasche dei consumatori per un importo di circa 1 miliardo di euro per il 2013 e di 4,2 miliardi per il 2014.
Rispetto al 2011, ricorda la Cgia, l’anno scorso la riduzione della spesa per consumi è stata del 4,3%, una variazione negativa molto superiore a quella registrata nel biennio 2008-2009, quando, al culmine della recessione, i consumi avevano segnato una caduta tendenziale del 2,6%.
I rincari che peseranno di più sui portafogli delle famiglie italiane si verificheranno quando ci recheremo a fare il pieno alla nostra auto o saremo costretti a portarla dal meccanico o dal carrozziere (33 euro all’anno per una famiglia di tre persone, 39 euro se il nucleo è composto da 4 persone), per l’acquisto dei capi di abbigliamento e per le calzature (18 euro all’anno per una famiglia di 3 persone, 20 euro se il nucleo è da 4) e per l’acquisto di mobili, elettrodomestici o articoli per la casa (13 e 17 euro). La Cgia ricorda che il passaggio dal 21% al 22% dell’aliquota Iva ordinaria non inciderà sulla spesa dei beni di prima necessità, come gli alimentari, la sanità, l’istruzione, l’abitazione ecc., tutti beni ai quali si applica l’Iva al 10% o al 4%, o non si applica affatto.
Lo ha anticipato a Radiocor Pierluigi Bellini, l’associate director di Ihs Global Insight
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