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L’Ars ha approvato la legge: al bando tutti i prodotti spacciati per siciliani ma nati fuori dalla trinacria
È nato il “Born in Sicily”
L’Assemblea Regionale Siciliana ha approvato nei giorni scorsi il disegno di legge proposto dall’assessore alle Risorse agricole e alimentari Dario Cartabellotta che prevede la nascita del “Born in Sicily”.
In buona sostanza di tratta di una norma che ha l’obiettivo di valorizzare le risorse della Sicilia. La legge recita infatti «La Sicilia è un laboratorio all'avanguardia nel quale prodotti autoctoni e importati si contaminano, attraverso diverse stratificazioni storiche e culturali, senza soluzione di continuità, mantenendo un’innegabile e irripetibile originalità. È il caso dei vini di Sicilia ottenuti con le migliori varietà autoctone (Nero d'Avola, Grillo, Insolia, Nerello Mascalese, Moscato di Noto), degli oli di pregio Biancolilla e Nocellara, del pane nero di Castelvetrano realizzato con una vecchia varietà di grano, la Tumminia, dei prosciutti e salumi del maiale nero dei Nebrodi, e dei formaggi ottenuti a partire da vacche Modicane e Cinisare».
Il Born in Sicily prevede l’istituzione del “Repertorio volontario regionale” cioè una rete di conservazione e salvaguardia delle risorse genetiche autoctone che serve a mantenere in vita le specie a rischio di estinzione attraverso la conservazione del materiale genetico di interesse regionale e l’istituzione della figura dell’agricoltore custode che provveda alla conservazione in azienda di queste risorse.
Verrà anche istituito un registro di piante e animali e nominata entro novanta giorni una commissione tecnico/scientifica, composta da nove membri, che di fatto sarà un organo consultivo e propositivo a disposizione dell’assessorato
Verranno messe in atto diverse azioni: lo studio e censimento su tutto il territorio regionale della biodiversità animale e vegetale di razze e varietà locali di interesse agrario; iniziative, pubbliche o private, tendenti a preservare e ricostituire le risorse genetiche, a diffonderne la conoscenza, il rispetto, l'uso e a valorizzarne i prodotti; azioni utili all'avvio delle procedure per l'iscrizione delle proprie risorse nei sistemi di certificazione nazionale e sviluppo delle procedure indispensabili per il potenziamento del sistema vivaistico regionale cominciando, ove previsto da norme nazionali, dalla conservazione delle fonti primarie; favorire ogni forma di aggregazione tra i produttori anche attraverso agevolazioni e vantaggi nell'accesso a formule di sostegno alla produzione e alla promozione secondo le vigenti normative; favorisce ogni forma di collaborazione con gli enti locali.
«È stato approvato soprattutto il senso della legge - ha spiegato l’assessore all’Agricoltura Dario Cartabellotta - cioè che la terra di Sicilia è storicamente legata ai prodotti agricoli. Il “Born in Sicily” è come un compendio di alimentazione e di agricoltura di tremila anni di storia. Si è stabilita anche la possibilità di tutelare questa storia in ambito nazionale ed internazionale. Così, ad esempio, porremo fine alle problematiche legate al vino Nero d’Avola, che in Sicilia produciamo in 18mila ettari di vigneti, ma si trova nel resto del mondo in almeno 70 mila ettari. Bloccheremo tutti coloro che fanno un copyright delle arance rosse colorando le bevande con i coloranti. Tuteleremo anche una serie di varietà che oggi sono di grande interesse, ad esempio il pane nero di Castelvetrano. Il concetto di Born è quello che premia la terra che genera i prodotti e non più solo “Made in Italy” dove un prodotto come la pasta è realizzato in Italia, ma con il grano che proviene dall’Ucraina».
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