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Un boccata d’ossigeno che esclude i piccoli. I grillino contrari in blocco, è tardivo per la lista Musumeci

Regione, passa il ddl per l’editoria


Con scrutinio segreto l’Ars, nella seduta del 3 dicembre scorso, ha approvato il disegno di legge sul sostegno alle imprese dell’informazione locale. Si tratta di un testo di riordino, con cui la Regione potrà accedere ai fondi europei che daranno copertura al finanziamento.
Presenti in Aula sessanta deputati, il ddl è stato votato da cinquantanove di loro ottenendo 35 voti favorevoli e 24 contrari. Il testo licenziato passa ora al vaglio del Commissario dello Stato. Dove il M5S si aspetta la battuta di arresto. “Il ddl va contro la legge nazionale nella parte in cui prevede che le imprese ammesse alla rateazione dei debiti contributivi possono accedere ai benefici previo effettivo versamento anche della prima rata – dichiara il suo portavoce, Giancarlo Cancelleri -. La legge nazionale del 9 agosto del 2013 n. 98 ‘Disposizioni in materia di DURC nella concessione di sovvenzioni pubbliche’, al comma 8 quater cita testualmente che ‘a carico delle Pubbliche amministrazioni … [vi è] l’obbligo di acquisizione del DURC anche ai fini dell’ammissione delle imprese di tutti i settori ad agevolazioni oggetto di cofinanziamento europeo, finalizzate alla realizzazione di investimenti produttivi’. Per queste ragioni - conclude Cancelleri - la presentazione del pagamento della sola prima rata è qualcosa che chiaramente la legge nazionale ci vieta e non ci permette di fare”.
Altri gruppi parlamentari si sono uniti al coro del M5S, ma con toni più bassi.
Per la Lista Musumeci si tratta di un provvedimento tardivo - perché sostiene le imprese quando esse si sono già indebitate con le banche per coprire lo sforzo economico necessario al passaggio al digitale terrestre - e che, nonostante gli emendamenti, esclude dal finanziamento la piccola editoria.
Due deputati non si adeguano all’orientamento del rispettivo gruppo: Michele Cimino di Grande Sud vota a favore, mentre Giovanni Greco del Partito dei Siciliani vota contro.
Il testo licenziato dall’Aula - definito “bipartisan” da Salvatore Lentini di Articolo Quattro, perché che ha messo d’accordo PD e PdL - rispetto alla prima stesura allarga la base delle imprese che potranno fare richiesta di accesso al fondo. Spiega il presidente della III Commissione Attività Produttive, Bruno Marziano: “prevedendo che l’organo di stampa o l’emittente debba avere almeno un direttore responsabile e un giornalista, la platea è così ampia da diventare veramente una norma di sostegno alla piccola e media editoria. Inoltre, inizialmente il ddl prevedeva che le testate giornalistiche avessero dieci dipendenti. Con le successive modifiche in Commissione si è arrivati a cinque dipendenti, il che non favorirà solo tre o quattro testate giornalistiche e farà sì che le piccole possano rientrare nelle agevolazioni”.

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