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All’Ars un disegno di legge di Trizzino (M5S) imporrebbe la nuova edilizia ai Piani Regolatori
Immobili e rigenerazione urbana
Gli obiettivi: efficienza energetica, sicurezza degli edifici e crescita del patrimonio esistente
Trizzino M5S presenta il DDL agli architetti etnei
La IV Commissione dell’Ars ‘Territorio e Ambiente’, presieduta da Giampiero Trizzino, punta a contenere la crescita delle città che, si sa, causa problemi sociali ed ecologici di sovraffollamento e di inquinamento. Prevedendo, all’interno di un articolato disegno di legge (ddl) che aspira a dettare le nuove regole per il governo del territorio, uno strumento di contrasto del fenomeno definito “exurbanization”, ovvero dell’abbandono dei sobborghi per trasferirsi ancora più lontano.
Un fenomeno che ha origini non proprio recenti ed è tra le principali cause del consumo del suolo intanto che le città subiscono un progressivo deterioramento. Lo strumento previsto nel corpo del ddl è denominato Rigenerazione Urbana; si presta ad essere rappresentato come una misura di restauro degli ‘isolati’ individuati con il PRG (dove verrebbero indicati come Variante Generale per la Rigenerazione) attraverso - udite udite - un concorso di idee per la redazione dello schema di massima della variante stessa.
Il presidente di Commissione Trizzino in questi giorni è impegnato a presentare il ddl agli ordini professionali. Quindici giorni fa è stata la volta degli Architetti di Catania, dove ha tenuto un convegno nella sede della Fondazione alla presenza del Consiglio dell’Ordine e del suo presidente, Giuseppe Scannella.
La Rigenerazione Urbana appare come una facoltà dei comuni, che deciderebbero se procedere all’adeguamento dello strumento urbanistico vigente con la Variante Generale o se procedere alla formazione del nuovo PRG.
Pertanto, se l’Ars dovesse recepire il ddl così come è stato redatto, non ci sarebbero rilasci del permesso di costruire per nuove aree urbane, sia di iniziativa pubblica sia privata, fin tanto che “non siano state pienamente utilizzate le potenzialità delle aree già parzialmente o totalmente edificate; e sempre a condizione che siano reperite le aree di urbanizzazione primaria (denominate Aree Risorsa), sia garantito il contenimento energetico degli edifici e sia ridotta l’esposizione della popolazione al rischio sismico.
Coniugando l’obiettivo del contenimento del suolo a fini edificatori e della crescita del patrimonio insediativo esistente - attraverso la riqualificazione di ciò che c’è già - alla massima efficienza energetica e alla sicurezza degli edifici, al cittadino deriverebbe un duplice beneficio: il recupero degli isolati del tessuto urbano afflitti del maggior degrado e abbandono, o con la maggior esposizione al rischio sismico o di scadente qualità costruttiva; e la riqualificazione degli spazi urbani ancora del tutto o parzialmente ‘vuoti’, che sarebbero attrezzati di infrastrutture.
Dal mero punto di vista economico, con un mercato delle case in crisi il ddl punta a rivitalizzare l’Edilizia con la riqualificazione urbana, che sommandosi all’altro aspetto delle ristrutturazioni immobiliari potrebbe generare in Sicilia una significativa ripresa del comparto.
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