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Un decreto del Governo favorisce i saloni scelti dalle assicurazioni: a rischio 1500 aziende e 60mila posti di lavoro
Esplode la protesta dei carrozzieri
relatori da sinistra Fisichella, Sauta e in primo piano Belfiore
Le sigle artigiane che rappresentano i carrozzieri protestano contro il decreto ritenuto pro-assicurazioni del governo nazionale e che porterà a una sicura “ecatombe di imprese e di posti di lavoro”. È questo in sostanza l’allarme determinato che è stato lanciato dalle organizzazioni di categoria del comparto dell’autoriparazione, Cna Autoriparazione, Confartigianato Associazione Nazionale Carrozzieri, Casartigiani Autoriparazione, Upla-Claai. In Sicilia significa oltre 1500 aziende, in tutta Italia 17 mila, per 60 mila posti di lavoro. Aziende che rischiano di essere espulse dal mercato, a causa delle disposizioni del decreto legge del governo nazionale, esitato alla vigilia di Natale e che dovrà essere convertito entro il 22 febbraio prossimo. Da qui, la mobilitazione della categoria che ha già ottenuto emendamenti migliorativi in commissione giustizia della Camera.
Alla Camera di Commercio di Catania sono intervenuti in tanti per la manifestazione provinciale promossa con lo slogan “Giù le mani dai carrozzieri”, a cui hanno partecipato anche i deputati nazionali del Pd Giovanni Burtone e Luisa Albanella del Pd.
Al tavolo dei relatori Giuseppe Vito Sauta e Salvatore Belfiore, rispettivamente Presidente Regionale e Segretario Regionale della Cna Autoriparazione, Nunzio Fisichella della Casartigiani e Gaetano Finocchiaro della Confartigianato di categoria e Orazio Platania presidente Claai.
Numerosi gli interventi che hanno sottolineato un «no» secco e deciso contro il decreto del governo «che favorisce sfacciatamente le compagnie di assicurazione, penalizzando carrozzieri ed utenti, colpendoli nella loro libertà di scelta in un mercato che si vuole libero ma in realtà è controllato da pochi gruppi imprenditoriali assicurativi che fanno cartello, strangolando le piccole imprese che danno lavoro a decine di migliaia di persone».
La nuova norma, che avrebbe l’obiettivo di abbassare i costi relativi alle Rc auto, consente però che le assicurazioni possano liquidare i danni in base alla tariffe stabilite dalle officine con loro convenzionate sia che il cliente decida di affidarsi ad esse sia di rivolgersi al proprio carrozziere o a quello ufficiale del marchio della sua vettura.
In questo modo si teme che le officine convenzionate, per assicurarsi tale condizione, possano abbassare di molto le tariffe e quindi, conseguentemente, anche la qualità della riparazione. L’intervento su di un’utilitaria verrebbe così a costare esattamente come quello su di auto di lusso o su di una fuoriserie sportiva con buona pace della qualità artigianale.
La mobilitazione della categoria, che continua, ha comunque già ottenuto dei risultati, con degli emendamenti migliorativi al testo esitato dal governo.
Entro il 22 febbraio - termine ultimo per la conversione - i carrozzieri si attendono dalla politica risposte nel senso della lotta intrapresa, una battaglia per offrire servizi efficienti e di qualità (anche per i riflessi sulla sicurezza stradale) ai consumatori.
L’allarme lanciato in un convegno a Scordia che sottolinea la necessità di una cooperazione tra i produttori
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