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La manovra finanziari arriva in Parlamento
Sacrifici per tutti tranne i politici
La casta continua a tutelare se stessa
Si sono salvati anche questa volta. Mentre gli italiani affogano in un mare di tasse, imposte e balzelli, i politici continuano a tutelare la loro casta. Una faccia tosta da non credere. La colpa di questa congiuntura, per quanto determinata da una crisi economica internazionale, è senza dubbio loro perché se avessero preso i giusti provvedimenti qualche anno fa o forse perfino qualche mese fa, adesso gli italiani non sarebbero così nei guai. E invece dovranno dare fondo alle loro risorse per soddisfare le richieste dell'Europa e evitare così il fallimento dello Stato. In ogni caso la nostra classe politica ancora una volta non esce bene dall'intera vicenda dato che si è persa in chiacchiere, discussioni, proclami inattendibili, promesse non mantenute. Ma la cosa più grave è che, dopo avere messo in atto un maggiore peso fiscale, ha completamente dimenticato di prevedere lo sviluppo. E se questo non c'è in una nazione dove, statistiche alla mano, i consumi sono fermi da circa 10 anni, c'è da preoccuparsi seriamente. Per di più, mentre quasi tutti gli italiani sono pesantemente colpiti (anche perché non si devono dimenticare gli aumenti delle tasse locali, vedi la Tarsu a Catania), i politici hanno ancora una volta abbondantemente tutelato se stessi. Qualche provvedimento di facciata e poi i due capolavori: le province saranno eliminate e i parlamentari saranno dimezzati. Per farlo occorreranno due disegni di legge costituzionale che, secondo l'articolo 138 della Costituzione, devono essere adottate da ciascuna Camera con due successive deliberazioni ad intervallo non minore di tre mesi, e sono approvate a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera nella seconda votazione. Figurarsi se riescono a mettersi d'accordo per fare questa cosa per bene e velocemente. Visto che, in fondo e non tanto, queste due atti non interessano proprio a nessuno dei parlamentati, concentrato com'è ciascuno a difendere i privilegi della sua casta.
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