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Mercato automobilistico in forte crisi
Anche a Catania scende la spesa per l'acquisto di auto nuove
Che il mercato dell'auto sia in calo è ormai noto. Il 2010 è stato particolarmente difficile, con dati costantemente in diminuzione. L'ultima statistica arriva dall'Unrae, l'associazione che riunisce i rappresentanti delle case estere in Italia, che parla di una diminuzione della spesa per l'acquisto dell'auto nuova del 10,3 per cento. Infatti, nel 2009 la spesa era stata di 41,9 miliardi di euro contro i 37,6 miliardi del 2010. L'associazione stima anche un calo della spesa per l'acquisto di auto usate superiore al 2 per cento. Quindi un mercato dell'auto con circa 200mila immatricolazioni in meno rispetto al 2009.
La diminuzione delle immatricolazioni è dovuta principalmente al mancato rinnovo degli incentivi erogati l'anno scorso dal governo e alla crisi economica che ha colpito l'Italia negli ultimi anni. In un momento di crisi sono pochi quelli che possono permettersi di cambiare la propria auto; infatti, gli italiani sembrano preferire l'acquisto di auto usate. Su un volume totale di vendite del settore, pari a 563.437, il 25,77 per cento è stato di auto nuove e il 74,23 di auto usate. Appare evidente dunque una carenza strutturale di un mercato che, in assenza di aiuti statali, non è in grado di camminare con le proprie forze: il 2010 si chiude con una stima di -6,2 per cento di valore a fronte di un calo dell'11,7 dei veicoli venduti. In calo anche le immatricolazioni di auto nuove, così come in negativo chiude anche il mercato dell'usato, sia per quanto riguarda le auto che i veicoli a due ruote.
Un fattore che non ha certo favorito il settore è il prezzo che, paradossalmente, è cresciuto in media del 6,2 per cento. La situazione nazionale si riflette in modo speculare anche a Catania e provincia dove i concessionari lamentano in media un calo del 30 per cento nelle vendite di auto nuove rispetto al 2009. I motivi sono gli stessi: la mancanza di incentivi fiscali da parte del Governo che, data la grave crisi mondiale e nazionale, avrebbe potuto ripercorrere la stessa strada per dare una boccata di ossigeno ad un settore che fa da traino all'economia del Paese.
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