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Egemonia politica ed economica del direttorio franco-tedesco
Francia e Germania comandano in Europa
Ma pesa anche la poca credibilità italiana
I sorrisetti di scherno che il duo Sarkozy-Merkel ha indirizzato al premier italiano, durante la conferenza stampa del summit europeo, suscitano meno ilarità delle tristemente note barzellette di quest'ultimo. Lo sguardo d'intesa tra i due capi di Stato non ridicolizza soltanto un governo, il nostro, oggettivamente inadempiente e incapace di portare avanti misure credibili su crescita e debito ma un Paese intero. Il direttorio franco-tedesco ha chiaramente indicato, in mondovisione, chi detiene la leadership economica e politica del vecchio continente. Aveva visto bene il ministro degli esteri Franco Frattini che qualche giorno prima del vertice, davanti all'infittirsi degli incontri "privati" tra francesi e tedeschi, dichiarava: "Una situazione di crisi globale non si risolve con assi bilaterali". Ad ogni modo ,è pur vero, che si tratta delle due economie più grandi (soprattutto quella tedesca) dell'Eurozona dato che naturalmente facilita i piani egemonici delle due nazioni sia a livello politico che monetario dall'esito temibile: creare un doppio euro. Francesi e tedeschi, che spesso si sono ritrovati discordi circa le misure di intervento, hanno tutto l'interesse per guidare l'Europa fuori dal pantano della crisi economica. Quello che sembra invece dividere l'asse franco-tedesco è la popolarità e credibilità degli attuali premier nei rispettivi paesi di provenienza. Se la cancelliera Merkel, che pure ha suscitato qualche malumore dopo l'approvazione di un rigido piano di austerity è salda al timone del gigante tedesco, Sarkozy ha invece ben poco da ridere. A dispetto dell'esito della vicenda libica che ha segnato un punto importante rispetto alla preminenza della Francia in politica estera (non a caso a spese dell'Italia) e che assicurerà in un futuro immediato laute entrate economiche, la riconferma del presidente è, sondaggi alla mano, tutt'altro che scontata. Insomma con le presidenziali dietro l'angolo e la Francia a rischio recessione da Sarkozy ci saremmo aspettati al massimo una risata isterica.
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