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L'annuncio dopo la sentenza di incompatibilità con la carica di senatore

Stancanelli resta sindaco di Catania

Ma è sicuro che la storia finisce così?

Raffaele Stancanelli rimane sindaco di Catania. Costretto a scegliere da una sentenza della Corte Costituzionale pubblicata il ventuno di ottobre, il sessantunenne avvocato cassazionista ha deciso di abbandonare il proprio scranno al Senato. La decisione è stata comunicata alla città sul finire di un intervento al Consiglio comunale (appositamente convocato in via d'urgenza venerdì ventotto ottobre), durato in tutto cinquantotto minuti. La seduta è stata ripresa integralmente, ed in diretta, dall'emittente televisiva Telecolor. A poco è servita l'opera di convincimento messa in campo dai vertici del Pdl e della corrente Italia Protagonista, di cui lo stesso Stancanelli è uomo di punta. Nel vuoto è caduto perfino l'invito a rimanere a Roma del segretario nazionale Angelino Alfano, che ha contattato il primo cittadino nel corso dell'inaugurazione della Fiera dei Morti, pochi minuti prima dello speech a Palazzo degli Elefanti. Il posto rimasto vacante a Palazzo Madama verrà dunque occupato dall'ormai avversario Nino Strano, transitato nelle truppe finiane di Futuro e Libertà per l'Italia. Di Strano, l'elettorato italiano ricorda i singolari festeggiamenti parlamentari per la caduta del secondo Governo Prodi, con assaggio di mortadella tra i banchi. Fine del doppio incarico, dunque. Ma non delle polemiche. Già, perché le opposizioni consiliari non hanno preso parte alla seduta che Stancanelli aveva consacrato al proprio dentro-o-fuori. "Si è trattato solo di una costosissima conferenza stampa televisiva", hanno accusato prima e dopo i membri del Pd e del Terzo Polo. Dal canto suo, Stancanelli ha difeso l'operato della giunta tecnica che presiede, ed ha inoltre ricordato quelli che considera i principali successi amministrativi centrati sotto la sua reggenza (il risanamento parziale del Bilancio comunale, gli sgomberi del Palazzo di Cemento a Librino e del Palazzo delle Poste di viale Africa, la lotta all'evasione dei tributi locali, le attività di contrasto all'abusivismo commerciale). "Non potevo tradire la città", ha spiegato infine il sindaco. Una frecciata subliminale, forse, per chi lo aveva preceduto. Un ultimo dubbio: siamo sicuri che Stancanelli avesse la possibilità di scegliere quale incarico mantenere? E, di conseguenza: siamo sicuri che la faccenda sia conclusa?

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