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Tra una settimana comincia la Grande Festa
Arriva Sant'Agata
Anche quest'anno ceri vietati
A poco più di una settimana il busto reliquiario di Sant'Agata uscirà dalla celletta in cui è custodito all'interno della Cattedrale, per abbracciare simbolicamente tutti i catanesi. Le celebrazioni invernali in onore della Santa patrona di Catania cominceranno come ogni anno il 3 febbraio, per concludersi nella prima mattinata di giorno 6. Giorno 3 è prevista la tradizionale offerta della cera a Sant'Agata da parte delle principali autorità cittadine, civili e religiose, all'interno della chiesa di piazza Stesicoro a lei intitolata. Nella stessa mattinata si svolge la sfilata della settecentesca Carrozza del Senato con a bordo alcuni rappresentanti dell'amministrazione. I giorni dal 4 al 6 sono invece scanditi dalla processione della "vara", ossia del busto reliquiario che viene trainato dai devoti e percorre le principali vie cittadine, preceduto dalle "candelore", colonne di legno alte diversi metri sulle quali è scolpito il martirio della "Santuzza". Esse vengono portate a spalla dai rappresentanti dei mestieri più caratteristici: da qui la "candelora dei pescatori", quella dei "panettieri", solo per citarne alcune. Anche per quest'anno il sindaco Stancanelli ha emesso un'ordinanza con la quale si vieta l'accensione e il trasporto dei ceri accesi in tutto il territorio comunale nei giorni dal 3 al 6 febbraio. E' tuttavia concessa l'accensione in alcune aree attrezzate della città: via Dusmet-fontana Sant'Agata; piazza Manganelli; piazza Stesicoro, lato ovest; largo dei Vespri; piazza Cavour lato sud ovest. Ferve dunque l'attesa tra i catanesi, desiderosi di riabbracciare la loro amata Santuzza, specie in un momento storico in cui molti sentono la necessità di pregare. E di motivi per pregare ce ne sono davvero tanti. Forse, però, ciò che possiamo chiedere a Sant'Agata è che illumini chi ci governa a tutti i livelli. Perché se la martire catanese ha dato la vita per la fede, i politici possono certamente rinunciare ai loro infiniti privilegi per far stare meglio chi, la fede, intesa come fiducia, gliel'ha concessa fin troppe volte.
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