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La costa catanese rischia di essere rovinata da un progetto che prevede tonnellate di cemento
Il porto è chiuso alla città, bisogna aprirlo
Una struttura che appare lontana da Catania e dai catanesi, pur trovandosi nel cuore pulsante della città. È il porto, un tempo la porta di ingresso, oggi distante, separato com'è da un muro e da una recinzione che non ne permette la fruizione né consente la vista del mare per larghi tratti.
L'eliminazione di quella che sicuramente è un'anomalia per una città "marina", è parte integrante del piano di sviluppo del porto, di quel Piano regolatore Portuale ancora atteso dalla città, necessario non solo per aprire, finalmente, la città e il suo centro storico al mare, ma soprattutto per programmare lo sviluppo delle attività che dovrebbero insediarsi e dell'economia cittadina.
Due, però, sembrano essere le scuole di pensiero che, da anni ormai, si trovano su fronti opposti nell'immaginare la vocazione della struttura e, quindi, di Catania: chi, come l'Autorità Portuale che ha proposto un PRP, bocciato però, nel 2007, in Consiglio Comunale, vorrebbe uno sviluppo commerciale e turistico, con grandi edifici all'interno di un porto trasformato in città nella città; e chi, come i cittadini riunitisi nel Comitato cittadino Il Porto del Sole, che vorrebbero una struttura portuale "riservata" alle attività turistiche e di diporto che, oltre a creare economia e indotto, avrebbero il vantaggio di non prevedere cementificazione, al contrario del PRP proposto. Il documento di programmazione urbanistica, prevede infatti la volontà di costruire 1.109.000 metri cubi di edifici, alti fino a 20 metri, su 85.000 metri quadri di banchine a filo con il mare. Una edificazione massiccia e inaccettabile secondo i rappresentanti del Comitato, dietro la quale potrebbe nascondersi soltanto la volontà speculativa.
Oltre alla realizzazione di edifici, molti dei quali, tra l'altro, a destinazione commerciale residenziale, anche l'ampliamento del porto a Sud, dove dovrebbe sorgere la darsena per i traghetti, viene contestato dai rappresentanti del comitato, che sottolineano come i fondali bassi impedirebbero l'attracco di navi con grosso pescaggio o, in alternativa, comporterebbero spese ingenti per adattare l'area.
Degli ultimi tempi la notizia di una possibile intesa tra Comune e Autorità Portuale, "ma - lamentano ancora dal Comitato - su questa importante decisione che ci coinvolge tutti, i cittadini dovrebbero poter esprimere la propria opinione, e non essere tagliati fuori dal dibattito".
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