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Per legge i soldi degli automobilisti vanno utilizzati per la sicurezza stradale

Multe: servono solo a fare cassa

A Catania incassati quasi otto milioni di euro

Ha incassato tra i 7 e gli 8 milioni di multe, eppure, non si vede alcun miglioramento a favore della sicurezza stradale. La città di Catania, secondo un'indagine condotta dalla Fondazione Luigi Guccione e dall'Istituto Internazionale per il Consumo e l'Ambiente, insieme ad altri quattordici Comuni metropolitani (Bari, Bologna, Cagliari, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino, Trieste, Venezia) risulta aver incassato una cifra straordinaria in seguito ai verbali e alle contravvenzioni elevate. Il periodo di riferimento è quello che va al 2006 al 2010, nel corso del quale, dunque, la città etnea ha potuto incamerare un vero e proprio tesoretto, che però non sarebbe stato speso, in parte, per eseguire interventi a favore della sicurezza stradale, come stabilito dall'articolo 208 del Codice della Strada. In questo, Catania però, non sarebbe sola: stando allo studio effettuato, infatti, sebbene siano circa 3 i miliardi di euro incassati dai 15 Comuni nel periodo preso in considerazione, e circa 20 quelli che sono entrati nelle casse dello Stato nell'ultimo decennio (2001-2010), la sicurezza stradale complessiva non sarebbe affatto migliorata, lasciando l'Italia in generale e la città etnea in particolare, nei fondi delle classifiche per la diminuzione di morti e feriti. "Dai dati forniti dai Comuni, emerge anche un utilizzo delle risorse finanziarie non omogeneo rispetto a quanto indicato dallo stesso codice della strada, ovvero il 50 per cento degli introiti, di cui almeno il 12,5 per cento per miglioramento segnaletica, altrettanto per i controlli della polizia locale e il restante 25 per cento per la manutenzione delle strade, la sicurezza utenti deboli, l'educazione stradale - si legge nella ricerca: gli investimenti delle quote che i Comuni decidono di dedicare alla sicurezza stradale non incidono nelle dinamiche di diminuzione di morti, feriti e costi sociali dell'incidentalità". Questo, quanto emerge dall'indagine, dunque, anche se con posizioni molto differenziate tra città e città. Non solo. Secondo quanto evidenziato nel documento, non vi sarebbe alcuna relazione-rendicontazione da parte dei Comuni, né dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sull'entità, sulla spesa di tali somme nonostante precisi obblighi di legge (Legge 120/2010). Aspetto evidenziato dalla ricerca in cui viene sottolineato come, tra le 15 città prese in esame, emergano metodi di rendicontazione molto differenti che non rendono chiaro cosa viene fatto o, in alcuni casi, le stesse spese non vengono rendicontate analiticamente ma indicate solo con una cifra totale. Insomma, sembra proprio non esistere un criterio omogeneo di trasparenza dei dati e nessuna certezza che i proventi delle multe vengano spesi lì dove indicato dalla legge, e non vengano spesi, invece, per ripianare bilanci zoppicanti.

di Melania Tanteri. Pubblicato in Cronaca il 02/03/2012 Scarica il pdf


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