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Unrae: meno 30% nell'Isola, Catania (-29%) e Palermo(-27%)
Crollano le vendite delle auto in Sicilia
In un momento in cui i dati in rosso colpiscono come una mannaia diversi aspetti dell'economia italiana anche l'auto, da sempre elemento trainante del nostro Paese, fa segnare notevoli arretramenti. A confermarlo è l'analisi elaborata dall'Unrae, Associazione delle case automobilistiche estere, che sottolinea come il Meridione sia la zona geografica che ha fatto segnare il numero inferiore di immatricolazioni. In particolare la regione con meno acquisti è la Campania con un crollo del 35% degli acquisti delle automobili. Ma anche la Sicilia non ride. Infatti la nostra regione fa registrare un calo del 30% delle immatricolazioni nel primo semestre del 2012. Nella nostra isola sono state vendute 16.166 auto con una perdita di circa 7.000 unità rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. A mostrare chiaramente le ferite dell'isola sono le due maggiori città con Catania che perde il 29% e Palermo il 27%. Dei numeri che superano di gran lunga quel 21% di calo che è stato fatto segnare come media nazionale del settore. Una lettura dei dati che però nasconde delle tematiche molto più profonde dietro. Infatti il settore vive una crisi collegata a doppio filo con gli aumenti che stanno colpendo i cittadini italiani. Con una benzina ormai alle stelle e l'Rca che ha visto un aumento progressivo dal 1990 al 2010 del 149% la risposta è molto facile. Non si comprano le auto, oltre per la penuria di risorse che spesso non permette di sobbarcarsi grosse spese, anche per il timore di non poter sostenere i costi di manutenzione. Delle tematiche che non colpiscono soltanto i produttori che operano nel nostro Paese ma anche e soprattutto tutto l'indotto che vive un progressivo calo degli operatori conseguente al tracollo delle vendite. Ecco dunque però che ritorna in auge il ricorso agli incentivi. Il settore infatti ormai in profonda crisi si rivolge al governo nazionale affinchè siano dati degli aiuti economici per l'acquisto dell'auto. Dei palliativi che però non servono a risolvere una crisi molto profonda e che dovrebbe trovare come soluzione principale un'analisi dei costi accessori che hanno fatto arricchire in pochi e che adesso mostrano i loro frutti amari
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