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Il Governo darà i soldi per promuovere l'export
Fiat, paga sempre Pantalone
L'incontro di sabato scorso tra il presidente del Consiglio Mario Monti, e alcuni suoi ministri, con il presidente della Fiat John Elkann e l'amministratore delegato Sergio Marchionne, si è concluso con un totale successo per questi ultimi. Minacciando la chiusura delle fabbriche italiane hanno ottenuto quello che volevano: gli aiuti di Stato. E poiché l'unione europea li proibisce espressamente hanno adottato l'escamotage di un aiuto per promuovere l'export italiano all'estero. La sostanza, però, non cambia: la Fiat riceverà ancora una volta il denaro dagli italiani. Resta il rammarico che questo è stato fatto dopo l'abbandono di Termini Imerese e dei suoi lavoratori. Visto che alla Fiat non si può dire di no, forse era meglio farla contenta prima. Ma la Sicilia passa sempre in secondo piano come quando il ministro degli Esteri Susanna Agnelli chiuse l'accordo con il Marocco: auto, camion e trattori in cambio di arance (e di un largo compenso economico). L'unico che è insorto di fronte a quest'ultimo atto è stato l'imprenditore fiorentino Diego Della Valle che, peraltro, aveva criticato i vertici della Fiat già qualche giorno fa. Ed anche in questo caso è stato durissimo: "Se qualcuno viene dall'estero, tipo la Volkswagen, farà belle macchine. La crisi esiste per chi non ha nulla da vendere. Questi improvvisati della Fiat ci vogliono raccontare perché non fanno automobili in Italia. La banalità è tale che l'indisponenza viene perché ci si vuole prendere in giro con argomenti non convincenti". Tradotto: è ora che la Fiat faccia auto migliori.
Marchionne risponde secco: "Non parliamo di gente che fa borse, io faccio vetture. Con quanto lui investe in un anno in ricerca e sviluppo, noi non ci facciamo nemmeno una parte di un parafango. La smetta di rompere le scatole".
La rissa non è che al secondo o terzo atto e tutto fa supporre che continueranno a litigare ancora. Intanto, però, il Governo Monti si prepara a dare denaro alla Fiat, anzi, si prepara a sostenere un progetto di promozione dell'export dei prodotti italiani che, guarda caso, sono proprio le automobili. Denari che sono sempre e solo di Pantalone, cioè del cittadino italiano che continua a pagare le tasse. Ma qualcuno ha pensato che la Fiat non sarebbe più italiana?
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