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La Lega punta allo sviluppo del territorio

Sempre più terroni

La Sicilia attua operazioni prettamente elettorali


La Lega Nord, targata Roberto Maroni, volta pagina o meglio ritorna all'antico. Superata la sbornia del potere romani i leghisti fanno quadrato e rilanciano un piano per lo sviluppo del settentrione che può contare su ben 153 milioni di euro messi a disposizione da numerosi imprenditori.
Queste risorse serviranno principalmente a creare un "welfare dei giovani".
"I disoccupati e inattivi" spiegano i leghisti . continuano ad aumentare, e le tipologie contrattuali esistenti non danno troppe garanzie, impedendo tra l'altro la possibilità per un ragazzo di fare un mutuo per la casa e di formarsi una famiglia. E perciò urgente adottare una nuova modalità di azione nell'interesse dei nostri giovani, assegnando alla Regione la regia della programmazione e del coordinamento delle politiche giovanili, che dovranno coinvolgere in rete un gran numero di soggetti pubblici e privati: enti locali, imprenditori, scuole e università, organizzazioni sindacali, eccetera".
I punti fondamentali del progetto di legge leghista sono quattro e riguardano rispettivamente il lavoro, il credito e l'impresa, la casa, l'Europa e il mondo. In Sicilia, invece siamo alle solite. Invece di pensare ai giovani, che stanno molto peggio dei loro coetanei del Nord, la Regione tenta di resuscitare Windjet spendendo una barca di milioni pubblici. Nonostante quello che è successo per l'Alitalia, i politici siciliani stanno ritentando il fallimentare esperimento. Infatti, secondo tutti gli esperti e gli osservatori competenti, l'intervento della Regione siciliana è spinto solo da un'esigenza prettamente elettorale. La Sicilia, infatti, non si trova economicamente in condizioni ottimali e ci mancherebbe che si mettesse a fare l'imprenditore nel campo del trasporto aereo, un settore notoriamente difficilissimo e dispendioso. Ovviamente le perdite di questa dissennata avventura ricadranno su tutti i siciliani che certamente non se la passano bene. L'ideale sarebbe invece che la Regione si attivasse per trovare investitori stranieri disposti a scommettere sulla compagnia di Nino Pulvirenti. Ma il buon senso, davanti alla ricerca spasmodica di voti va spesso a farsi benedire. I siciliani, il 28 ottobre, andando alle urne, dovrebbero valutare tutto questo.

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