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Febbre da palcoscenico: la prima esperienza sul palco di un teatro di… Pia Maria Monteforte

«Il palcoscenico è il mio migliore amico, la mia seconda casa»

Pia Maria Monteforte
Pia Maria Monteforte

Pia Maria Monteforte, attrice di teatro, racconta quasi in versi, le sue emozioni sul palco di un teatro: «Da dietro le quinte ascolto con attenzione le battute degli altri attori per paura di sbagliare o ritardare il mio ingresso. Ed ecco,ascolto l'ultima risata del pubblico che segna il mio inizio. L'ansia mi travolge, non riesco più a fare un passo, faccio un grande respiro e prendo tutto il coraggio che fino a quel momento era svanito. Salgo sul palco. Le luci dei riflettori mi accecano, la gente sembra fissarmi come se qualcosa non andasse; ripeto tra me e me la battuta che devo dire. Ecco,l 'ho detta. Da quel momento l'ansia inizia a scivolare via con la stessa audacia con la quale era arrivata; prendo in mano la situazione e mi accorgo che quelle luci adesso accarezzano il mio volto, che gli sguardi della gente è come se non esistessero più e che tutto ciò che mi circonda non mette più paura. Per tutta la serata mi accorgo che ogni volta è un nuovo ingresso, una nuova emozione, un nuovo brivido che sul palcoscenico si trasforma in quella carica, in quella voglia di dare sempre di più».
«Si,proprio quel palcoscenico - continua Pia - che da dietro le quinte sembrava un estraneo, oggi è il mio migliore amico, la mia seconda casa, la mia attrazione fatale. A spettacolo concluso, tutti insieme, salutiamo quel pubblico caloroso che continua ad applaudire senza interruzione. Sono eccitatissima, la gioia prende il posso della paura, quasi mi commuovo. Non riesco a crederci, è un sogno dal quale non riesco a svegliarmi; sai perché? E' tutto reale. Tutte quelle persone applaudono anche me. La serata è andata benissimo e l'ansia non mi ha giocato brutti scherzi».
«Ho capito che è questa la vita che voglio ? racconta ancora Pia; un susseguirsi di emozioni che alla mia giovane età non ho mai provato. Recitando vado alla scoperta di me stessa, alla scoperta delle sensazioni più nascoste. Scopro di potermi emozionare per un sorriso sul viso di un bambino in prima fila. Ho la possibilità di vestire una seconda pelle e vedere l'effetto che ha su di me e su quella che sono. Riscopro piccoli istanti di una giornata che vengono gratificati da un caloroso applauso. E' tutto un rischio: ogni volta nuovi volti sulla platea, ogni volta una nuova esperienza colma di emozioni. Solo io, rimango apparentemente la stessa, a lottare con tutte quelle emozioni che mi logorano dentro. una battaglia continua; una battaglia - conclude Pia - che voglio continuare a perdere, perché solo perdendo mi rendo conto che tutto questo mi rende viva».

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