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Il sistema bancario italiano soffre per l'andamento del mercato immobiliare
Mutui, affitti e Bankitalia
Le famiglie italiane le più penalizzate nonostante siano le meno indebitate dei paesi industrializzati
Se il sistema bancario italiano soffre per l'andamento del mercato immobiliare, la colpa non è dei mutui concessi alle famiglie. Secondo il "Rapporto sulla stabilità finanziaria" di Bankitalia, infatti, i rischi connessi alla concessione dei mutui sono abbastanza contenuti, mentre un pericolo maggiore è rappresentato dai prestiti erogati alle imprese di costruzione e alle società di intermediazione immobiliare.
In Italia, la consistenza dei mutui, alla fine dello scorso agosto, ammontava a 280 miliardi di euro, circa il 18% del credito bancario complessivo. Una percentuale contenuta se paragonata al 40% di Francia e Germania, al 35% della Spagna e al 33% della zona euro. Inoltre, l'indebitamento complessivo delle famiglie in rapporto al reddito disponibile è tra i più bassi dei Paesi industrializzati, senza contare che la legislazione nazionale prevede che il mutuatario è obbligato a restituire l'intero importo del mutuo erogato indipendentemente dall'andamento del valore dell'immobile e che la banca può ottenere il pieno rimborso anche ricorrendo al pignoramento di altri beni del debitore.
La fonte più importante di rischio per le banche, invece, rimane legata ai prestiti erogati alle imprese di costruzione, che nel 2011 erano pari al 10% del credito complessivo del settore privato per una cifra pari a 150 miliardi di euro. Le banche presentano un'esposizione elevata (120 miliardi) anche nei confronti delle società di intermediazione immobiliare: l'8% del totale dei prestiti era classificato come sofferenza, mentre un ulteriore 14% era classificato in stato di anomalia.
Secondo le risposte delle quasi 400 banche partecipanti all'indagine condotta dalla Banca d'Italia a livello regionale pubblicata lo scorso 9 novembre, l'andamento dei prestiti alle famiglie, anche nel secondo trimestre di quest'anno è stato come al solito condizionato dalla contrazione della domanda di mutui. In particolare, il picco di irrigidimento delle condizioni di domanda/offerta è stato toccato alla fine del 2011 quando, a livello territoriale, le condizioni di offerta sono risultate improntate a maggiore cautela nel Centro Italia e nel Mezzogiorno, mentre nel Nord-Est l'irrigidimento era risultato meno pronunciato. Nel secondo trimestre del 2012, preceduto da un rialzo, in tutte le aree del Paese sono tornati a ridursi i tassi di interesse sui prestiti per l'acquisto di abitazioni. La dinamica ha riguardato tutte le tipologie di tasso.
I mutui sulle famiglie
del Mezzogiorno
Come al solito, sulle famiglie del Mezzogiorno gravano mutui e prestiti ad un tasso di interesse maggiore rispetto al Nord, per effetto di un "fattore rischio" generalmente e storicamente più alto. Il dato di fatto è che, in sostanza, quando le banche concedono prestiti a famiglie meridionali, corrono rischi maggiori di mancata restituzione rispetto alle famiglie del Centro-Nord.
Di fronte alla crisi del mercato delle compravendite, molti proprietari hanno optato per la locazione come metodo più sicuro di messa a reddito del proprio immobile. L'aumento in positivo derivato dall'introduzione dell'IMU ha infatti determinato un aumento dell'offerta e il conseguente calo dei prezzi. Secondo il rapporto sulle locazioni realizzato dal Centro Studi Nomisma e dal franchsing immobiliare Solo Affitti, i prezzi degli affitti in Italia sono scesi in media del 6% in soli sei mesi. I cali maggiori si registrano nelle grandi città, con Napoli che perde il 12,5% e Milano l'11,9%. Seguono, nella classifica delle discese dei canoni, Aosta (-9,1%), Venezia (-8,7%), Roma e Catanzaro (-8,6% ciascuno). Tengono Palermo (-1,5%) e Torino (-0,4%), mentre lievi aumenti si registrano solo a Campobasso (+1,6%) e Bari (+1,4%).
Gli immobili in affitto più costosi risultano ancora una volta quelli di Roma (canone medio di 879 euro) e Milano (858 euro), seguiti da Firenze (650 euro), Venezia (613 euro) e Trieste (557 euro). Per trovare i canoni più economici bisogna spostarsi a Catanzaro (371 euro), Campobasso (440 euro), Perugia e Potenza (448 euro ciascuno). Torino, con 476 euro, si conferma la grande città più economica.
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