"Report Artigianato e Piccole Imprese" del primo semestre 2012

Per la Cna di Catania "la ripresa dell'economia è ancora lontana"

Salvatore Bonura, presidente provinciale del CNA

L'economia italiana e siciliana è ben lontana da una ripresa. Questo più o meno emerge dal "Report Artigianato e Piccole Imprese" illustrato nei giorni scorsi dal presidente del Cna di Catania, Salvatore Bonura. I dati si riferiscono ad un confronto tra l'andamento del primo semestre del 2012 e quello dello scorso anno. Il trend negativo è soprattutto legato ad una serie di criticità che imbrigliano le imprese italiane: la difficoltà di accesso al credito, gli esosi costi dell'energia e della burocrazia (12000 euro l'anno con un impegno di 30 giornate lavorative) e l'eccessiva pressione fiscale (pari al 68,5%). Quest'ultimo fattore, aggravato dall'Imu sui capannoni, è destinato a salire nel 2012 con un aumento significativo: il 154,4% in più rispetto ai costi legati all'Ici. In Sicilia, alle criticità già individuate a livello nazionale vanno sommati altri fenomeni come l'assenza di spazi e aree da adibire ad attività industriali, la carenza di infrastrutture e un ambiente ostile per l'incidenza della criminalità organizzata. L'isola del resto sta conoscendo sacche di disoccupazioni allarmanti, il 19% in termini di percentuale, e un aumento del ricorso alla cassa integrazione (nel primo semestre di quest'anno) del 58,4% rispetto al 2011. A fronte di questa situazione servono misure urgenti, Bonura dice chiaramente che sebbene necessarie quelle portate avanti dal governo Monti abbiano limiti evidenti in quanto non hanno stimolato domanda, consumi e investimenti. Atri i provvedimenti auspicabili, soprattutto in Sicilia. Nello specifico: un uso virtuoso dei Fondi europei finalizzato ad agevolare l'accesso al credito, lotta al lavoro nero e all'illegalità, un piano per il lavoro in cui l'edilizia (uno dei settori che più soffre la crisi) faccia da volano per la ripresa. Se la Sicilia piange, Catania certo non ride. I sintomi dell'aggravamento della crisi economica individuati dal rapporto del Cna parlano chiaro: 200 botteghe commerciali sfitte nel centro storico, disoccupazione in crescita e un calo del campione censito dall'Osservatorio Regionale per l'Artigianato, della produzione(-28,7%), del fatturato (-34,05%) e degli ordinativi (-34%). Aumentano i tassi di natalità delle imprese (anche nel settore dell'artigianato), con un saldo attivo pari a 121 aziende, ma i tempi di chiusura sono estremamente rapidi. Per questo, il saldo positivo registrato non può che considerarsi "fittizio". Lo sanno bene gli imprenditori intervistati dal Cna, un campione di 120 aziende, per stilare una sorta di sondaggio sulla fiducia nei confronti di una possibile ripresa nel 2013. Il 79% delle imprese intervistate pensa che la produzione sarà in calo e l'83% pensa che aumenteranno le difficoltà legate alla pressione fiscale. C'è poco da stare allegri.

di Roberta Fuschi. Pubblicato in Cronaca il 14/12/2012 Scarica il pdf