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In corsa verso le politiche i giochi sono da definire
Bersani, Berlusconi, Grillo o Monti il nuovo premier?
Il Diavolo di un Berlusconi: le sta davvero tentando tutte. Da quanto ha capito, come hanno capito tutti gli italiani, che la vera sfida è tra Bersani e Monti, il Cavaliere una ne fa e cento ne pensa per ritornare nel gioco. Promette di levare l'Imu, dopo che l'ha inventata lui ed ha costretto Monti ad anticiparla "peggiorata" per avere soppresso l'Ici. È arrivato anche ad aprire alle unioni di fatto dopo che non molto tempo fa, nel 2011, aveva assolutamente escluso che con il centro destra questo sarebbe potuto accadere. Infine, pur di tornare alleato della Lega, ha accettato di fare un passo indietro. Di nuovo. Il candidato premier diventerebbe Angelino Alfano e il Cavaliere potrebbe fare il ministro dell'Economia. Ma la Lega infierisce e indica in Giulio Tremonti il suo candidato alla Presidenza del Consiglio. Ottimo sistema per recuperare voti a Sud. In particolare quelli che il "figliuol prodigo", Gianfranco Miccichè pensava di riportare alla corte di Arcore. Ma al di là dei soliti annunci roboanti, demagogici e populisti, Berlusconi non riesce a dire proprio nulla di concreto. La sfida per il futuro dell'Italia è dunque quella tra Bersani e Monti. Potrebbe anche essere che il 26 febbraio possano trovarsi alleati ma è chiaro che il primo punta a costruire una sinistra progressista e riformista, coeva Pse; e che il secondo punta a ricostruire un centrodestra sugli standard del Ppe. Entrambi, insomma, hanno come obiettivo quello di fare tornare l'Italia alla normalità e metterla in sintonia con l'Europa. Lontani dai fondamentalismi e dai giustizialismi della sinistra estrema, diversi dall'improvvisazione e dallo scarso senso dello Stato di destra populista e Lega. Un'operazione che, alla successiva legislatura (si spera tra 5 anni), chiunque vinca, si trovi a governare normalmente un paese normale.
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