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Politiche - Pronte le liste dei partiti in vista delle elezioni del 24 e 25 febbraio

Porcellum, adesso sappiamo chi hanno scelto per noi

Firrarello si ritira ma ricompare Lombardo


Il “porcellum” ha colpito ancora. La pessima legge varata nel 2005 dall’allora ministro Calderoli ha partorito i soliti mostri politici in totale dispregio della sovranità popolare sancita dalla nostra Costituzione. Pochi leader di partito si sono chiusi nelle secrete stanze delle segreterie romane ed hanno fatto le liste basandosi solo sui loro interessi personali, inserendo questo o quell’altro nome in base alla fedeltà, all’interesse economico ed a qualsiasi altro criterio purché non fosse la preparazione, la capacità, la professionalità e il contatto con il territorio. L’onestà dovremmo dare per scontato che sia un elemento in ogni caso indispensabile.
Guardando rapidamente le liste si nota subito l’assenza del senatore Pino Firrarello in quella del Pdl mentre spicca la presenza di Raffaele Lombardo in quella del Partito dei Siciliani in barba a tutti i proclami di un definitivo allontanamento dalla politica. E in verità: chi ci aveva creduto mai? Interessante, sempre nel Pdl, la presenza di Antonio Scavone, fedelissimo di Lombardo. Ottimo doppio colpo da parte dell’ex presidente della Regione che, inoltre, piazza un altro fedelissimo come Paolo Colianni in buona posizione… Come al solito Berlusconi pur di vincere a Roma ha ceduto tutto il cedibile. Il punto è: come spiegherà Lombardo questa alleanza con gli acerrimi nemici di pochi mesi fa e, ancora peggio, l’alleanza con la Lega che come sempre strepita e tuona contro il Sud? Per fortuna che, come hanno evidenziato alcuni, c’è Domenico Scilipoti che ha di fatto realizzato il Ponte sullo Stretto: lui messinese candidato al Senato in Calabria dopo che il pidiellini d’Abruzzo avevano minacciato l’insurrezione generale se lo avessero imposto da quella parti. Ad essere fedeli ci si guadagna sempre.
I problemi, però, non mancano da nessuna parte. Nell’Udc, ad esempio, Lino Leanza e Nicola D’Agostino la hanno fatto talmente alla grande da fare imbufalire Marco Forzese che non ha perso un secondo ad andare via sbattendo la porta. Non ha sbattuto la porta ma se n’è andato ugualmente, anche sei i suoi ex colleghi dicono di averlo sbattuto fuori, Nello Dipasquale che ha abbandonato il gruppo Territorio per andare in quello del Megafono. E poiché un gruppo deve essere formato da 5 deputati Territorio sparisce dalla geografia dell’Ars. Fallito il progetto e naufragate le possibilità dell’ex ministro socialista Salvo Andò di tornare in Parlamento. Era pronto un accordo con Tabacci/Lo Monte ma senza i voti di Dipasquale non c’era più dove andare.
In ogni caso bisogna dire che guardare le liste c’è n’è per tutti i gusti e, fortunatamente, ci sono anche delle scelte buone e perfino ottime. Al di là delle preferenze politiche nulla da dire su coloro che compongono le liste di Scelta Civica di Mario Monti, del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo e di Fare di Oscar Giannino. Adesso si va al voto. In fondo, dopo anni di belle parole e di bugie mascherate, i siciliani sanno bene cosa fare e probabilmente, questa volta la scelta non sarà l’astensionismo di massa.

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