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L'esplosione economica dell'Oriente penalizza i nostri giovani
Manca il lavoro per i laureati
Unico sbocco: andare al Nord
La Cina è vicina. Quante volte abbiamo sentito questo slogan e ne abbiamo riso? A ricordarci come le nostre risate debbano finire arrivano i soliti studi made in Usa che prospettano un nuovo quadro lavorativo volto alla qualificazione e che potrebbe scoraggiare chi si sta avventurando nella carriera universitaria.
Questo perché le università stanno sfornando una lunga schiera di professionisti che non troveranno la giusta collocazione nel mondo del lavoro. Per le nuove tecnologie, viste da molti come ancora di salvezza, il quadro appare tragico. Questo perché le grandi produzioni si stanno tutte spostando nel mondo orientale. Per Catania ovviamente il discorso non è diverso anche se la speranza si aggrappa a quell'Etna valley eterna incompiuta e che dovrebbe vedere nei prossimi anni una grande produzione di pannelli fotovoltaici. Ma la luce della speranza si spegne in fretta per gli altri campi professionali. Professori eterni precari che escono dalle università di lettere di tutta Italia e non sanno come fare. Avvocati che dopo l'abilitazione si specializzano in fotocopie comparate e non vedono il becco di un quattrino per anni. Insomma lo sfruttamento totale a fronte di una speranza spesso vana di ottenere un impiego degno del percorso di studi compiuto. Questo perché posti son sempre di meno, si invecchia sempre più tardi e quindi le poltrone diminuiscono. A questo punto non resta che evadere verso le terre lontane foriere di master da migliaia di euro con la speranza che la qualificazione ottenuta faccia fare il definitivo salto di qualità.
In questo caso si noterà in modo ancora più netto rispetto a quanto avviene già oggi un fenomeno a cui purtroppo tanti giovani sono costretti a ricorrere: andare al nord. Una scomparsa dei migliori cervelli siciliani che stanchi di vedersi chiudere le porte in faccia e a fronte di una scadente offerta specialistica prendono le valigie e vanno in cerca di fortuna. Insomma un quadro dalle forti tinte scure anche se non tutto sembra perduto infatti si prospetta un ritorno di alcune professioni, spesso manuali, che adesso vengono snobbate ma che anch'esse metteranno al primo posto il famoso pezzo di carta.
di Antonio Borzì. Pubblicato in Cronaca il 25/02/2011 Scarica il pdf
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