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Anche in periferia la sicurezza è un optional
Dopo i fatti di cronaca che hanno attirato l'attenzione dei media nazionali su Catania il problema sicurezza nella città etnea è passato in secondo piano. Come spesso accade infatti sembra scomparire la tematica non appena finiscono i fatti eclatanti. La realtà è sotto gli occhi di tutti. Le condizioni economiche di un'ampia fetta di popolazione infatti partorisce un numero sempre crescente di delinquenti. Sembra che si stia tornando indietro verso una condizione simile a quella antecedente alla primavere di Catania targata Bianco e Musumeci.
Le aule del tribunale di piazza Verga sono stracolme di giovani spacciatori e ladri che non hanno altro mezzo di sostentamento. Una sorta di impiego, quella delinquenza, ormai accettato da un'ampia fetta della cittadinanza. A Catania infatti vi sono delle vere e proprie zone franche dove la presenza delle forze dell'ordine è quasi totalmente assente salvo qualche operazione ad hoc. Ci riferiamo a quartieri come San Cristoforo, Villaggio San'Agata, Librino e Picanello. Una macchina delle forze dell'ordine molto spesso non è mai passata per queste strade dove l'illegalità regna diffusa. E i pochi cittadini che vorrebbero fronteggiare questo fenomeno non hanno altro mezzo che far finta di non vedere e di non sentire.
Abbiamo sentito a tal proposito anche Alessandro Condorelli, presidente della municipalità nella quale ricadono Picanello e il Villaggio Sant'Agata. "In queste zone- dichiara Condorelli- ci sono grandi macchie di quartiere dove la presenza delle forze dell'ordine è assente". "Un fenomeno- sottolinea il presidente della II Municipalità- che non fa altro che rendere sempre più distante dai cittadini la mentalità della legalità".
E quanto affermato da Condorelli si riscontra anche nella realtà. Le volanti girano soprattutto nel salotto buono rendendo sempre più diffusa l'idea che i quartieri periferici siano lasciati a se stessi. E quando questo avviene per quartieri-città come Librino il fenomeno passa da preoccupante ad allarmante. I regolamenti di conti da pagine ingiallite nella storia della città si sono trasformate in fatti attuali con cui i catanesi si stanno abituando. La paura di ripiombare negli anni bui è evidente e purtroppo poco o nulla si fa per cancellarla.
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