Festa della donna 1857-2011: un secolo e mezzo di lotte - Articolo - IlMercatinoSicilia.it

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La "Giornata Mondiale della donna" in ricordo delle operaie morte nel 1857 a New York

Festa della donna 1857-2011: un secolo e mezzo di lotte

Roma, 8 marzo 1942: Campo de' Fiori è la piazza che ha visto Giordano Bruno arso vivo per eresia dalla Santa Inquisizione, luogo in cui erge maestosa la statua altissima del filosofo che diceva che le idee nuove fanno paura, che ce le bollano come assurde ma come sosteneva "c'è sempre un motivo quando i porci bramano volare", ed è quasi un presentimento:in quella piazza non si capisce più niente, c'è un invasione di donne di tutte le età, pensionate, studentesse, professioniste, casalinghe? tante, troppe per la polizia e non sono autorizzate a stare là, non possono manifestare.
Ma la vera e propria ricorrenza conserva radici più lontane nella storia:bisogna scavare nel lontano 1857,in cui a New York, centinaia di operaie tessili scioperarono per protestare contro i bassi salari; lo sciopero si protrasse per alcuni giorni finché l'8Marzo, Johnson bloccò le porte della fabbrica per impedire alle operaie di uscire e appiccò il fuoco allo stabilimento: le donne all'interno morirono arse dalle fiamme. Poi fu la volta delle operaie di Vyborg a Pietrogrado che manifestarono contro estenuanti orari di lavoro che veniva svolto in inumane condizioni,e contro lo sfruttamento minorile (8 Marzo 1917): la Conferenza Internazionale delle donne comuniste adottò formalmente questa data come "Giornata Internazionale dell'Operaia", voluta anche da Rosa Luxemburg in qualità di giornata simbolo per il movimento di lotta delle donne di tutto il mondo.
La Giornata Internazionale della Donna infine assumerà la dizione di "Festa della Donna", ed ancor oggi intende ricordare le conquiste sociali, politiche ed economiche delle donne, le discriminazioni e le violenze cui esse sono ancora fatte oggetto in molte parti del mondo, e l'impegno delle operaie che purtroppo persero la vita durante i tragici episodi: battaglie che hanno agevolato le generazioni successive per lottare in un ambiente meno ostile, per ricordare persino ai potenti, Presidenti del Consiglio e capi di Governo vari,che la dignità delle donne non è in vendita.

di Maria Luisa Sisinna. Pubblicato in Cronaca il 04/03/2011 Scarica il pdf


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