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Aumenta la disoccupazione femminile
Aumenta il tasso di disoccupazione femminile e delle donne inoccupate, cioè che hanno smesso di cercare un posto di lavoro, mentre diminuisce, e notevolmente, il tasso di occupazione delle donne.
Questa la situazione dell'occupazione femminile nella provincia di Catania, presentata in occasione della festa della donna, dai coordinamenti donne di Cgil, Cisl e Uil nel corso di un incontro sul "Bilancio di genere,
strumento di equità per lo sviluppo sociale del territorio" al Palazzo della Cultura.
I dati illustrati e relativi all'anno 2010, infatti, presentano un andamento in negativo rispetto all'anno precedente, con una flessione nell'occupazione e nessun passo avanti verso l'aumento dei servizi sociali, il uno dei punti deboli più eclatanti nel territorio etneo.
Nel 2009, infatti, le donne di età compresa tra i 15 e i 64 anni occupate nella provincia di Catania erano il 28,3 per cento, quelle inattive il 67,1 per cento e le disoccupate il 18 per cento, mentre nel 2010 i dati sono peggiorati: le occupate sono il 27,2 per cento, le inattive il 68,7 per cento e le disoccupate il 18,3.
"Ci stiamo allontanando costantemente dagli obiettivi di Lisbona - spiega Erica Sapienza del coordinamento Cgil - e a Catania desta particolare preoccupazione il tasso delle inattive, ossia della "non forza lavoro" che non si pone più alla ricerca del lavoro".
Notizie non certo positive, cui vanno aggiunte le carenze nei servizi di assistenza o sul fronte della
conciliazione lavoro e famiglia- asili nido, dove a fronte di una popolazione di riferimento avente diritto tra 0 e 3 anni (non compiuti) di 33.999, la capacità ricettiva delle 37 strutture presenti nel catanese - 15 appena a Catania città - è di appena di 1766 posti.
"I dati evidenziano una grave emergenza, anche sul fronte dei servizi - aggiunge Rosaria Rotolo del coordinamento donne Cisl. Mancano i fondi - continua - ma la chiave è eliminare gli sprechi e, magari, concordare le priorità nelle scelte di bilancio con le parti sociali"
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