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Il “Decreto Fare” del Governo Letta non apporta nulla di nuovo
Politica, chiacchiere e pochi fatti
L’appello di Mario Draghi all’Europa
Leggendo in maniera approfondita ed attenta il recente "Decreto del Fare" messo a punto dal Governo Letta ci si rende conto che in effetti si tratta di una serie di piccoli provvedimento che modifcano alcune norme già esistenti che poco o nulla modificano l'attuale situazione. Infatti non ci sono tagli significativi alla spesa pubblica, non si introducono riduzioni fiscali di alcun tipo (se qualcosa di è prorogato qualche altra cosa è stata inserita) e non si è fatto nulla per snellire la burocrazia. Alla fine delle lettura, ci si chiede: ma il lavoro come si potrà creare? O megio: si sono messe le aziende nelle condizioni di assumere? La risposta è assolutamente no. Ha scritto bene l'economista Serena Sileoni: «Non saranno il fondo sblocca cantieri e manutenzione straordinaria reti e territorio, o il costo agevolato del gasolio per riscaldamento coltivazioni sottoserra, o la proroga al credito di imposta nel settore cinematografico a “fare” qualcosa per l’economia di questo paese.
Né saranno i certificati di gravidanza o i fascicoli sanitari elettronici a “fare” qualcosa per la deburocratizzazione».
Conlude Sileoni il suo ottimo articolo: «Le idee non mancano. Sono anni che circolano proposte di riforme strutturali, necessarie anche ad avere una forma di governo che garantisca un indirizzo politico. Mancano la volontà e la capacità politiche. Che si nascondono dietro le parole». Non le si può dare certo torto.
Per fortuna qualcuno ha capito come stanno le cose. Ancora una volta è il presidente della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, che ha lanciato un monito forte contro la recessione e, principalmente, contro il disagio sociale che deriva dalla crisi economica.
«Il principale rischio sistemico in Europa - ha aggiunto Draghi - è la recessione prolungata. La crisi sta indebolendo il sistema bancario, aumenta i premi di rischio e danneggia la capacità di credito. E della carenza di quest’ultimo soffrono soprattutto le piccole e medie imprese».
Soffrendo loro vengono a mancare i posti di lavoro e, di conseguenza, la situazione non migliora. Anzi, peggiora con il tempo.
Anche il direttore del Fondo Monetario Internazionale Christine Lagarde sostiene che l’eurozona è ancora vulnerabile alle tensioni finanziarie ed economiche proprio causa della scarsa crescita: «Bisogna risanare le banche, completare l'unione bancaria, rafforzare la domanda, fare le riforme e rilanciare l'occupazione».
Rilanciare l’occupazione, ma come? Tornando al “Decreto Fare” il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi ha lanciato un altro grido d’allarme: ««La semplificazione burocratica e amministrativa è tra le grandi battaglie che sta conducendo Confindustria. Le vessazioni sono quelle che ci impediscono di ripartire nel ciclo economico. Abbiamo bisogno di semplificare le procedure, di semplificare le norme, di favorire la ripresa delle costruzioni. Bisogna ritrovare il gusto di fare investimenti». Questo in occasione della “giornata delle vessazioni” organizzata dall’Ance nazionale per protestare contro i troppi cavilli di legge e burocratici «rendono impossibile la vita a imprese e professionisti che quotidianamente operano nel mondo dell'edilizia».
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