Basta con la svendita di grandi marchi italiani - Articolo - IlMercatinoSicilia.it

Home articoli

Approfondimenti

Attualità

Cronaca

Moda

Politica

Spettacolo

Sport


Cresce la preoccupazione per le sorti del Made in Italy

Basta con la svendita di grandi marchi italiani


Basta con la svendita di grandi marchi italiani: sì all’esportazione dei nostri prodotti di bandiera, non delle aziende. L’alta moda in Italia parla sempre più francese. L’ultimo affaire ha trasferito a Bernard Arnault l’80% di Loro Piana, leader del cachemire. E il Gruppo del patròn del lusso, LVMH, aveva già fatto campagna acquisti, acquisendo grandi brand come Bulgari, Fendi, Pomellato, mentre nelle mani della Kering di Francois Pinault sono saldamente Gucci, Brioni, Sergio Rossi, Bottega Veneta. Ferrè porta i colori del Paris Group Dubai e Valentino è nella scuderia Mayhoola, la società per investimenti della figlia dell’emiro Al-Thani.
Per non dire della grandi dolciarie Perugina, Cova, Pernigotti e dei profumi Acqua di Parma. Un tornado di sigle esotiche si è abbattuto sulle griffe italiane più apprezzate nel mondo.
Questo insistente shopping in casa nostra non può che preoccupare sulle sorti del Made in Italy, visto che i profitti finiscono in altre tasche e che diventa sempre più difficile scongiurare la delocalizzazione delle produzioni, attratte da mano d’opera a prezzi stracciati.
La compravendita di marche prestigiose, che ammainano il tricolore per issarne un altro, dovrebbe allarmare il nostro Governo nazionale. Anche perché si aggiunge a una tendenza in atto da tempo, per la presenza nella grande distribuzione locale di giganti francofoni come Carrefour e Auchan e tedeschi come Metro e Lidl-Scwhartz, che stanno accerchiando il mercato commerciale, lo monopolizzano e, quel che è peggio, stanno sostituendo sugli scaffali prodotti esteri a quelli italiani.
Nel mondo si mettono in vendita prodotti italiani ormai solo di nome e, contemporaneamente, in Italia la grande distribuzione emargina la produzione italiana dagli ipermercati.
È un “uno due”, sul ring del mercato globale, che rischia di mandare al tappeto la nostra economia, avviando una spirale negativa. I minori consumi di nostri prodotti, infatti, non potrebbero che incidere pesantemente sulla produzione più in generale e ovviamente sull’occupazione.
I consumatori in Italia sono disorientati, spesso ignorano di non acquistare “italiano”.
Il rischio è che si pensi di comprare italiano ma di trovare in vendita prodotti che italiani non lo sono affatto, perché realizzati con materie prime “aliene” e in stabilimenti esteri.
Se lo shopping delle nostre grandi marche non avrà un freno, poi, sarà difficile impedire al cinismo finanziario dei manager stranieri di trasferire altrove la produzione, col risultato che oltre agli utili anche i posti di lavoro cambieranno Paese.
Alta moda e alimentazione non possono restare terreno di conquista del capitalismo internazionale, beffando gli sforzi intelligenti delle associazioni professionali agricole e rendendo vani i progetti delle Regioni e di Unioncamere.
La bandiera del brand Italia vacilla, nonostante la strenua resistenza del sistema della cooperazione, ultimo baluardo nella distribuzione.
Il nostro Governo rifletta. La partita è ancora sul suo tavolo, c’è da giocare la carte per irrobustire il sistema industriale, per valorizzare la creatività che tutto il mondo riconosce ancora al “genio italico”, per difendere la qualità superiore del nostro agroalimentare e per aiutare i nostri imprenditori a investire, ad avere più coraggio, ad osare.

di O.I.. Pubblicato in Cronaca il 19/07/2013 Scarica il pdf


Il Teatro Greco di Taormina con l'Etna sullo sfondo

In Sicilia il 72% delle camere rimane vuota. Il comparto chiede legalità e un testo unico sul turismo

Turismo, situazione disastrosa L’allarme di Federalberghi

Pubblicato in Cronaca il 22/11/2013 Scarica il pdf


“Giornata mondiale contro la violenza di genere”

Donne in sciopero lunedì 25 novembre

Pubblicato in Cronaca il 22/11/2013 Scarica il pdf


"Date da mangiare ai pesci" a Catania

Pubblicato in Cronaca il 22/11/2013 Scarica il pdf


Fantapolitica

Pubblicato in Cronaca il 15/11/2013

Sono gli specialisti della relatività in cui costringono gli italiani

Assumereste un politico nella vostra azienda?

di Giovanni Iozzia. Pubblicato in Cronaca il 15/11/2013 Scarica il pdf


Tra “palle di ferro” e “palline d'avorio” si pensa al futuro di Italia e Sicilia

I problemi dell’Isola risolti con il casinò

di G.I.. Pubblicato in Cronaca il 15/11/2013 Scarica il pdf


La Tirrenia

Tirrenia e Grimaldi fanno cartello: 200 euro in più per la tratta Ravenna-Catania. Fita Cna chiede l’intervento del Governo

Mazzata per gli autotrasporti

di Monica Adorno. Pubblicato in Cronaca il 15/11/2013 Scarica il pdf


Convegno all'Ist. Archimede, al centro la preside Fortunata Vetri e l'imprenditore Salvo Raffa

L’istituto inaugura l’anno archimedeo con un progetto finanziato dal ministero della Coesione

L’Archimede sarà un fast lab per creare auto-imprenditori

di Monica Adorno. Pubblicato in Cronaca il 15/11/2013 Scarica il pdf


L’inchiesta sull’appalto della nettezza urbana a Catania

Chiesto il rinvio a giudizio per tre dipendenti comunali

Pubblicato in Cronaca il 15/11/2013 Scarica il pdf


Il logo del Piedibus

Gli alunni catanesi andranno a scuola con l’autobus... ma a piedi

A gennaio parte il Piedibus

Pubblicato in Cronaca il 15/11/2013 Scarica il pdf



Cerca tra gli articoli