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Il Comitato Cittadino Porto del Sole per l’apertura totale del Porto
Una veduta del Porto di Catania
Riceviamo e pubblichiamo
«Apriamo il porto alla città» ha recentemente affermato il sindaco Enzo Bianco. Le stesse parole che il nostro Comitato ripete da un decennio. Apprezziamo tale adesione che per essere concreta però, non deve essere simbolica come la apertura del Porto annunciata solo a parole ma nei fatti impedita da sbarre e guardie private in armi alle due sole entrate-uscite esistenti. Una apertura neppure rappresentata dal centro commerciale ex Dogana attraverso il quale cittadini e croceristi acquirenti o meno possono passare invogliati dalla mancanza di dette sbarre.
Non vale tanto meno tacere sulla vergognosa rinuncia ad utilizzare tale pubblico edificio ex Dogana come una naturale ed economica Stazione Marittima, per lamentarsi oggi tardivamente della assurda carenza di una essenziale struttura per servizi portuali.
Non vale annunciare lo smontaggio di una gru, “impiegata fino a dieci anni fa” e che in realtà è guasta fin dagli anni ’80, per far credere in una promozione consequenziale delle crociere già dirottate nei porti vicini dalla esosità degli attuali servizi portuali e non certo dalla presenza della gru ferma.
La unica e sola apertura possibile del porto alla città alla quale appartiene, consiste nella presa d’atto finora ineseguita dall’attuale Commissario, sulla insufficienza delle entrate proprie mercantili incapaci di pareggiare le uscite per come certificato dai rilievi del Ministero che ha inviato a Catania da più di un anno il medesimo Commissario.
La liquidazione di un costoso ente gestore che ha lungamente blindato e separato da Catania il Porto, è la sola corretta soluzione per quanto dichiarato da Bianco «Il porto torni ad essere motore di sviluppo economico e culturale».
Un porto cittadino per il progresso effettivo dei cittadini e sotto il loro controllo è quanto previsto perfino dalla stessa Legge istitutiva portuale 84/94 che prevede la soppressione di enti portuali incapaci di raggiungere adeguati risultati mercantili.
I cittadini potranno decidere legittimamente ciò che risulta illegittimo per l’Autorità Portuale, commissariata o meno che sia: la mostruosa edificazione di un milione e mezzo di metri cubi sulle banchine di alti edifici privi di una preventiva e corretta specifica degli usi che rispondano a quelli prescritti dalla suddetta legge 84/94.
Ci sia permessa una sola precisazione sulla conclusione di Bianco: il porto deve diventare motore di sviluppo e non tornare ad essere, poiché è stato finora sempre preda di pochi soggetti che continuano ancora oggi a lucrarci sopra tenendolo separato da Catania a tutto danno della collettività.
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