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Grande successo del concerto del cantautore napoletano al Carnevale di Acireale

Bennato menestrello del Sud

"I giovani? Devono impegnarsi e sapere soffrire"

La pioggia e il freddo non fermano il cantautore napoletano Edoardo Bennato che si è esibito in piazza Duomo a Acireale, davanti ad una platea letteralmente in delirio per i suoi vecchi e nuovi successi. Si comincia alla grande con un agguerrito'A cosa serve la guerra' per poi cedere il posto ad 'Asia', inno contro le guerre in Medio Oriente, 'La torre di Babele'? Pezzi graffianti, intervallati da melodie dolci e romantiche come 'Le ragazze fanno grandi sogni' o la bellissima 'È lei', il cui testo ha vinto il premio Mogol, e sicuramente azzeccata per l'imminente Festa della Donna. Il cantautore non disdegna le sue origini 'Bob Dylaniane' e, approntati i suoi inseparabili kazoo, tamburello e chitarra acustica, ci regala le sue chicche indimenticabili: dal più recente 'Abbi dubbi' al vecchio medley 'Sono solo canzonette' - 'Il Gatto e la volpe', poi 'Edo rinnegato' dedicata a suo fratello Eugenio, 'Cantautore', in cui ironizza sul suo stesso ruolo di predicatore sociale. Ironia che si ripete ne 'C'era una volta un re',in cui l'Architetto Bennato rivisita l'arrivo dei Savoia nel Regno delle due Sicilie: il brano è intessuto di quel sarcasmo pungente che solo il 'menestrello' impegnato politicamente sa tradurre in note.
"Sarà divertente partecipare alle celebrazioni per l'Unità d'Italia il 17 Marzo - ci invita ironicamente Edo (come lo chiamano i suoi accaniti fan) - perché normalmente dovrebbe presenziare una sola bandiera, ma sono convinto che oltre al tricolore sventoleranno i vessilli di tanti Municipi e Quartier Generali, ci sembrerà di ammirare una metamorfosi kafkiana". E, a proposito del federalismo fiscale e di qualche politico che sta cercando di dividere il Nord dal Sud, l'artista invita l'audience a riflettere sul fatto che "lo straniero è sempre sceso nel Mezzogiorno per depredare, invece che elargire un contributo, migliorare la vita dei più deboli o rendere più civile e vivibile le condizioni in cui versa il Meridione".
Poi, Bennato ha parlato dei giovani, del loro futuro e delle possibilità di affermarsi nel mondo della musica e dello spettacolo anche attraverso l'esperienza della sua presenza a X Factor: "Nello sport sussiste rispondenza continua tra meriti personali e ciò che ufficialmente appare,ma nella musica non è così: dopo 9 anni di gavetta ho inciso 'Non farti cadere le braccia' e credevo erroneamente di aver coronato il mio sogno nonostante non esistessero ancora trasmissioni come'Amici'(anche se comunque spopolavano eventi come 'Castrocaro'); dopo un po' la Ricordi decise censurarmi: questo insegna che non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che viene promosso attraverso i media. Per mostrare pubblicamente il mio dissenso, a Roma scelsi un luogo strategico frequentato da opinion leader e soprattutto dal direttore di un giornale che corrispondeva al Vangelo (Ciao2001), e, armato di kazoo,tamburello e chitarra acustica, suonai 'Arrivano i buoni', 'Ma che bella città', canzoni che potessero manifestare in qualche modo il mio malcontento. Risultato? Mi elargirono la 'patente' negatami dal mondo politicizzato della musica, ma oggigiorno, i giovani che vogliono arrivare ai vertici,non hanno scelta, devono passare attraverso le forche caudine di X Factor o Amici, che comunque partoriscono ragazzi di talento che rispondano a determinati requisiti: bellezza e virtuosismo vocale: nel rock è più importante la sostanza. Il Festival di Sanremo è un altro esempio di vetrina italiana gestita da 'Mangiafuoco' e 'Grilli Parlanti'".

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