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Questi i risultati ottenuti dalla rilevazione dei mari italiani effettuata da Goletta Verde di Legambiente
Nove spiagge off limits in Sicilia
Calatabiano, Aci Trezza e foce del Simeto in provincia di Catania
Goletta Verde
L’ultima rilevazione di Goletta Verde ha evidenziato che sono tre le aree marine in provincia di Catania fortemente inquinate. Si tratta della foce del fiume Alcantara, nella zona di San Marco a Calatabiano, il porto di Aci Trezza e la foce del Simeto all’altezza di Primosole Beach.
Le altre aree siciliane che si trovano nelle medesime condizioni sono: la foce del torrente Mostringiano a Priolo Gargallo, il porto di Siracusa, la foce del fiume Gattano a Gela, la foce del fiume Salso a Licata, la zona dello scarico di Marinella Selinunte a Castelvetrano, il lungomare di levante a Mazara del Vallo, la diga foranea di Terrasini, la spiaggia pressi vecchio Oleificio a Termini Imerese, la del Tono Lungomare di Ponente a Milazzo, la foce del fiume Boncoddo a Spadafora.
Secondo i dati diffusi da Legambiente c’è ancora troppa maladepurazione in Italia. Sono 130 i campioni risultati inquinati dalla presenza di scarichi fognari non depurati - uno ogni 57 chilometri di costa – sul totale delle 263 analisi microbiologiche effettuate dal laboratorio mobile di Goletta Verde in quest’estate 2013. In pratica quasi il 50 per cento dei punti monitorati lungo i 7412,6 chilometri di territori costieri toccati dall’imbarcazione ambientalista. E di questi campionamenti risultati oltre i limiti di legge ben 104 - l’80 per cento – hanno avuto un giudizio di fortemente inquinato, cioè con concentrazione di batteri di origine fecale pari ad almeno il doppio di quanto consentito. Il 90 per cento dei punti inquinati sono stati prelevati alle foci di fiumi, torrenti, canali, fiumare, fossi o nei pressi di scarichi di depuratori malfunzionanti, che si confermano i nemici numero uno del nostro mare.
Da nord a sud della Penisola il laboratorio di Goletta Verde è andato alla ricerca in mare e in corrispondenza di foci dei fiumi, canali, torrenti e scarichi, di Escherichia coli ed Enterococchi intestinali, eseguendo le analisi delle acque secondo quanto previsto dalla normativa sulla balneazione (decreto legislativo 116/2008 e decreto ministeriale del 30 marzo 2010).
Nessuna regione è risultata indenne dall’attacco della mala depurazione: un mancato o inadeguato trattamento dei reflui fognari che, stando alle elaborazioni di Legambiente su dati Istat, riguarda ancora il 25% dei cittadini, che scaricano direttamente in mare o indirettamente attraverso fiumi e canali utilizzati come vere e proprie fognature. Una criticità che non riguarda soltanto i comuni costieri, ma anche quelli dell’entroterra, causata non solo dalla cronica carenza di impianti ma anche dall’apporto del carico inquinante dei reflui che non sono adeguatamente trattati dagli impianti in attività, perché obsoleti o malfunzionanti.
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