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Siria, scontro politico tra Stati Uniti e Russia
Verso una nuova Guerra Fredda
L’Europa questa volta con chi starà?
Una scena del film il Dottor Stranamore
Entrare nel merito delle vicende siriane è estremamente difficile. Non vi è riuscito neppure Domenico Quirico che in quel paese ha trascorso le ultime settimane a contatto diretto con ribelli, esercito e popolazione. Forse tanto diretto che lui stesso non ha gradito fino in fondo. Per di più la Siria storicamente è stata una terra di grandi contraddizioni. Chi è più avanti in età ricorderà il Leone di Damasco, Muley-El-Kadel, che si innamorò nella bella duchessa Eleonora D'eboli, il “Capitan Tempesta” di salgariana memoria, tradì, contemporaneamente Califfo, Sultano e Maometto, facendosi cristiano e seguendo in Italia la bella spadaccina.
Forse si può spiegare in maniera chiara solo l'ostilità degli altri governi arabi, quelli più fondamentalisti (e alleati degli Stati Uniti), come Arabia Saudita ed Emirati, con il fatto che Salah Jadid, dopo il colpo di stato del 23 febbraio 1966, abbandonò la linea panaraba per una socialista e allora filo-sovietica e adesso filo-russa. Linea che fu poi perseguita dai suoi successori: i due al-Asad.
Fatte queste doverose considerazioni, problema reale sta nel fatto che la vicenda siriana sta facendo rinascere la contrapposizione tra Stati Uniti e Russia. I primi vogliono attaccare la Siria ed i secondi la tutelano; i secondi escogitano una soluzione e quanto i primi l’accettano con molte riserve addirittura si infuriano. Gli Stati Uniti armano i loro mezzo per l’attacco ed i russi schierano quattro navi da guerra in quella zona del Mediterraneo. Sembra essere tornati a quel “braccio di ferro” tra superpotenze che contraddistinse il secondo dopo guerra fino almeno al 1991.
Adesso sulla Siria le cose sembrano essere cambiate. La Russia è nuovamente forte, gode l’appoggio della Cina che anch’essa ha inviato navi da guerra in quelle zone del Mediterraneo. Il mondo arabo è spaccato ma anche il più importante alleato americano ha cominciato a porre dei distinguo. L’Unione europea, come molti analisti americani avevano previsto, è alla ricerca di una sua autonoma identità rispetto agli Stati Uniti è comunque ben lontana da avere una politica condivisa anche sulle questioni estere. La Gran Bretagna, nel passato sempre sodale con gli americani, questa volta tentenna; Germania e Italia fanno chiaramente intendere di non starci se non con l’approvazione della Nazioni Unite; solo la Francia sarebbe pronta per un intervento militare. Gli americani avrebbero la forza militare per attaccare da soli, peraltro si parla solo di raid aerei, ma non certo quella politica per reggere tutte le conseguenze. Alla fine è probabile che l’attacco alla Siria non ci sarà, come ha anche chiesto con forza Papa Francesco, ma lascerà qualche strascico polemico tra Usa e Russia che potrebbe ridare forza alle vecchie contrapposizioni. Siamo alla vigilia di una nuova Guerra Fredda? E, questa volta, l’Europa con chi starà visto che lo spauracchio rappresentato dal comunismo non esiste più?
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