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Lo spettacolare XV parossismo non ha minacciato l’aeroporto di Fontanarossa

L’Etna, dal nuovo cratere di Sud Est

Un’immagine della penultima eruzione dell’Etna (foto Boris Behncke)
Un’immagine della penultima eruzione dell’Etna (foto Boris Behncke)

Si è concluso alle otto di martedì scorso il quindicesimo parossismo dell’Etna, iniziato nella notte fra domenica e lunedì con l’intensificarsi del tremore vulcanico e dell’attività stromboliana dal Nuovo Cratere di Sud Est (NSEC). Ad ogni esplosione seguivano boati ben udibili dagli abitanti dei paesi pedemontani del versante settentrionale. Il maltempo che ha investito l’area etnea non ha permesso la piena visibilità dell’evento. Infatti i ricercatori dell’INGV-Osservatorio Etneo di Catania hanno potuto seguire l’evolversi della situazione attraverso la rete di controllo delle apparecchiature scientifiche posizionate sul vulcano.
Alle 4 del mattino di lunedì è iniziato il fontanamento, la fase acuta è durata circa 7 ore per concludersi intorno alle 14. Dal NSEC si è espansa una colata lavica che si è diretta verso sud (fra Monte Frumento Supino e il cono piroclastico del 2002-2003) e a sud-est, nell'area dell'ex “Belvedere”, e anche a nord-est. L’evento ha prodotto un’emissione di cenere che i forti venti in quota hanno dirottato verso nord, nord-est producendo, per fortuna, una ricaduta al suolo di un velo nero trascurabile.
L’unità di crisi aeroportuale di Fontanarossa, in via precauzionale, ha deciso di chiudere nella notte fra il 10 e l’11 novembre i settori aerei 1 e 2, corrispondenti ai quadranti nord-ovest e nord-est dell’Etna. Durante la notte, infatti, è stato dirottato un volo cargo su Palermo.
L’operatività aeroportuale non ha avuto nessuna conseguenza, decolli e atterraggi sono stati regolari. Gli spazi aerei chiusi in precedenza sono stati riaperti nel pomeriggio, dato che l’emissione di cenere era del tutto cessata intorno alle 14.
«Aspettiamo la fine del fenomeno - ha affermato il direttore dell’INGV-Osservatorio Etneo di Catania, Eugenio Privitera - rimaniamo in costante osservazione dei dati che giungono dalla nostra rete di controllo. È plausibile aspettarsi il ripetersi di fenomeni di questo tipo nei prossimi giorni o settimane». Durante la notte è proseguita l’attività stromboliana dal Nuovo Cratere di Sud Est che, nonostante la foschia, è stata ben visibile ed è cessata del tutto intorno alle 8 di martedì. Nel primo pomeriggio di lunedì, intorno alle 13.30, è stato registrato dalla rete di controllo sismologico dell’INGV una scossa di terremoto con epicentro fra Bronte e Maletto di magnitudo Richter 2.6, ad una profondità di circa 8 chilometri.
Secondo gli esperti la scossa, che non è stata avvertita dalla popolazione e non ha provocato danni a persone e cose, non si può rapportare all’attività parossistica del vulcano più attivo d’Europa.

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