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Il capoluogo etneo è il primo ad adottare un metodo che non si basa sull’assistenzialismo
Lavoro e soggetti svantaggiati Il primo progetto è a Catania
L'assessore Fiorentino Trojano durante la presentazione
«Catania è il primo comune in Sicilia ad adottare un nuovo modello di welfare basato sull'inserimento sociale e lavorativo dei soggetti svantaggiati, e non più sull'assistenzialismo». Lo ha annunciato l'assessore all'Armonia sociale e al Welfare Fiorentino Trojano nel presentare il progetto che, in applicazione delle leggi nazionali 381 del 1991 (Disciplina delle cooperative sociali) e 68 del 1999 (Norme per il diritto al lavoro dei disabili), porterà il Comune a una riserva negli appalti per le cooperative di tipo B, ovvero quelle che hanno obbligatoriamente al loro interno soggetti svantaggiati.
«Questo modello di welfare - ha aggiunto Trojano - è ormai diffuso e consolidato nel Centro-Nord del Paese mentre è largamente non applicato nel Centro-Sud e assolutamente assente in Sicilia».
Al percorso di costruzione del progetto hanno partecipato, con un significativo contributo, le centrali cooperative, l'Ufficio provinciale del lavoro, la Direzione territoriale del lavoro e l'Asp di Catania.
«Nei vari settori del mondo produttivo, dall'artigianato all'agricoltura sino ai servizi - ha spiegato l'assessore Trojano - si offrirà a persone con handicap fisico, mentale, così come a donne in difficoltà o ex carcerati, la possibilità di trovare benessere psicologico e sociale ma anche economico. E per lo Stato, questi cittadini rappresenteranno non più una spesa ma una risorsa».
Il progetto si svilupperà in tre fasi: una delibera di indirizzo politico, che prevede che a partire dal PEG del 2014 ogni Assessorato del Comune dovrà destinare 1/ 5 % del bilancio per gli appalti alle cooperative di tipo B; la creazione dell'albo delle cooperative di tipo b, che dovranno fornire i requisiti relativi alle loro competenze imprenditoriali; il recepimento delle linee guida nazionali per l'appalto alle cooperative di tipo b; l'istituzione del SIl, un servizio di inserimento lavorativo, innovativo per la Sicilia, che sarà gestito in collaborazione con l'Asp, l'Ufficio provinciale e la Direzione territoriale del lavoro di Catania, e che coordinerà tutte le politiche che si occuperanno dell'inserimento lavorativo nei settori produttivi, nell'ambito di un percorso di solidarietà da sviluppare con le imprese.
«Completato questo iter - ha concluso l'assessore - convocheremo una conferenza di servizi con tutti gli enti pubblici per chiedere di seguire l'esempio di Catania, perché, a quel punto, la legge 381 per la riserva negli appalti non sarà più eludibile e subirà anche un'inversione di tendenza il processo che porta oggi le aziende a vedere l'inserimento dei soggetti svantaggiati penalizzante, piuttosto che vantaggioso, così da incorrere spesso nelle multe. Chiederemo inoltre alla Regione di reinvestire il fondo delle multe proprio a favore dei soggetti svantaggiati».
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