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La petizione lanciata dal consigliere della III Municipalità, Marco Leonardi, attende le firme di supporto

Basta con i posteggiatori abusivi!

Pochi i controlli associati anche a una legislazione ambigua e lacunosa

Il consigliere Marco Leonardi
Il consigliere Marco Leonardi

Il consigliere della III Municipalità, Marco Leonardi, chiede al sindaco di Catania, Enzo Bianco, di punire chi pratica abusivamente l'attività di posteggiatore
«Nelle città di tutta Italia - scrive Leonardi - ed in particolare al sud è sempre più diffusa l'attività di posteggiatore abusivo. Questi soggetti, il più delle volte controllati dalle organizzazioni criminali, estorcono denaro a chi posteggia la propria automobile sul suolo pubblico da loro controllato, facendo seguire minacce più o meno velate e danneggiando l'auto di chi si rifiuta di pagare. Poiché l'attività delle forze dell'ordine è scarsa e inefficace contro il fenomeno, in parte a causa di una legislazione poco chiara sull'argomento, si chiede di fare pressione per l'emanazione e l'approvazione di una legge che possa impedire un'attività di questo tipo».
Ha quindi lanciato una raccolta di firme per sottoscrivere una petizione da inviare al sindaco Bianco con questa motivazione «vorrei che prendeste iniziative concrete per punire severamente ed impedire l'attività di posteggiatore abusivo».
Lunedì sera la raccolta on line ne contava già 750 con commenti del tipo: «perché pagare un posteggiatore abusivo è come pagare il pizzo», «perché non è giusto che l’illegalità passi inosservata ogni santo giorno», «perché non se ne può più di essere “obbligati” a pagare un servizio che dovrebbe essere gratuito e che già ci appartiene», «perché rappresenta un pizzo organizzato», «perché si tratta di attività mafiosa, ed è intollerabile».
Ed in effetti l'argomento è controverso. Proprio partendo da un caso avvenuto a Catania, una sentenza della Corte di Cassazione (la n. 12762/10 ma non è l’unica e neppure l’ultima) rischia di fatto di legittimare l’operato dei parcheggiatori abusivi. Secondo la Suprema Corte una persona che si improvvisa parcheggiatore chiedendo un contributo economico all’automobilista può diventare un “servizio” che può essere anche “indispensabile” e “ben accetto” dalla comunità poiché “come per uso consolidato avviene in talune città d’Italia, di spostare le autovetture lasciate in parcheggio, da coloro che trovano utile usufruire di tale spazio libero e non volevano avere il fastidio di doversi occupare di compiere complicate manovre per liberarsi dagli ostacoli costituiti dalle vetture in quello spazio”.
In base a questo presupposto fu annullato il provvedimento degli arresti domiciliari nei confronti di un posteggiatore abusivo di Catania, B.M. di 60 anni, indagato per avere chiesto a un automobilista 1 euro per il servizio svolto in un parcheggio, appunto, abusivo. Il fatto era avvenuto nell'estate alla Plaja. Un automobilista, F.D.C. aveva regolarmente parcheggiato la sua vettura ed aveva rifiutato la “assistenza” del parcheggiatore abusivo. Nel momento in cui era però stato costretto a spostare urgentemente la macchina, a causa di un malore della moglie, l’aveva trovata bloccata da altre vetture le cui chiavi erano in custodia del parcheggiatore abusivo che, sì, le aveva prontamente spostate ma aveva anche reiterato, pare anche in modo poco elegantemente, la richiesta del pagamento di 1 euro. A quel punto F.D.C. aveva chiamato la Polizia denunciandolo per tentata estorsione e minacce. Da lì il provvedimento, emanato dal Gip di Catania, degli arresti domiciliari.
La sentenza della Corte dispose un nuovo esame del caso davanti al Tribunale di Catania “per verificare se veramente esista la necessità delle esigenze cautelari” poiché è un “dato specifico che B.M. offriva un servizio ben accetto e ritenuto, a livello diffuso della cittadinanza, indispensabile, in quel luogo proprio per potere tranquillamente usufruire del posteggio dell’autovettura” e come prova rimarcata è il fatto che al posteggiatore abusivo venissero affidate le chiavi delle vetture “perché provvedesse ad effettuare quelle manovre di parcheggio che altrimenti avrebbero dovuto fare gli stessi possessori delle vetture” e quindi “alla pretesa ingiustizia della richiesta dell’obolo di un euro diventa evanescente e si attenuano anche i turbamenti che i modestissimi precedenti penali (del posteggiatore abusivo) possono creare in relazione alle esigenze cautelari, peraltro motivate in modo assertivo, stereotipato e per nulla dettati dai principi della custodia cautelare”.
Quasi con un colpo di spugna la Cassazione annulla così tutte le denunzie, le azioni, le battaglie per la legalità che si sono e si stanno combattendo contro un’attività, senza dubbio illecita, che mescola arroganza, prevaricazione e violenza. Perché se è vero che qualche volta un posteggiare abusivo può rivelarsi anche utile (ma anche non pagare le tasse è utile ma pur sempre reato) è anche incontestabile il fatto che ci sono soggetti che si muovono nell’assoluta illegalità e che agiscono nell’ambito di una spartizione del territorio che affonda le sue radici in un disegno più ampio di criminalità organizzata. Non si esagera ma questa sentenza rischia di porre un freno alla lotta per la legalità che ogni giorno si combatte nelle strade delle città italiane, specialmente al Sud. Ma la Corte non è nuova a sentenze stupefacenti o, perlomeno inusuali: quella relativa allo stupro che con i jeans sarebbe impossibile è sintomatica e significativa fra tutte.
E la vicenda appare ancora meno chiara se si considera la sentenza n. 41462/04 della Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione con la quale si è stabilito che i posteggiatori abusivi che chiedono soldi in cambio della custodia dell'automobile commettono reato, e ciò indipendentemente dalla somma richiesta agli automobilisti. Ed allora come la mettiamo? La prossima volta bisogna pagare oppure si possono chiamare le Forze dell’Ordine?

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