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Dopo l'incendio appiccato alla libreria di via Teramo a Catania
Fiaccolata contro il racket a Catania
Molti i giovani presenti per dire "no" al pizzo
È una realtà con cui numerosi commercianti etnei sono costretti a convivere. Una pratica criminale delle più bieche. Una pratica che costringe a fronteggiare una crisi rafforzata dal pizzo. L'atto che ha incendiato la libreria di via Teramo è stato l'ultimo forte campanello d'allarme che ha riproposto questa tematica ai vertici dell'attenzione di mass media e cittadini. Quello accaduto infatti nella notte del 25 aprile è stato un atto intimidatorio, anche se ancora le forze dell'ordine stanno investigando, che porta chiaramente alla luce come non vengano accettati rifiuti nei confronti degli estortori.
Ma in questi casi la cosa più importante è rappresentata da quanti hanno il coraggio di alzare forte e chiaro il proprio grido di protesta e che rappresentano quella parte buona della città che lotta per la legalità. Ed ecco spuntare una manifestazione organizzata in fretta ma dal grande impatto emotivo: una fiaccolata con tanti giovani dinanzi alla sede della libreria colpita. Ma è proprio quanto avviene dentro il negozio colpito dall'atto vandalico che fa sperare. Nessuno si ferma e a pochi giorni dall'intimidazione si torna a lavorare, non ci si preoccupa di quanto subito ma si sistemano libri e vetrine perché l'importante è continuare. Lo dice chiaramente anche il gestore di "Librando", la libreria colpita dall'incendio doloso: "Quello successo è stato il secondo atto intimidatorio in 20 giorni. Ma questo non ci deve far fermare noi andiamo avanti e non ci vogliamo piegare a quanto successo. Credo che non pagare e continuare a lavorare sia il segnale migliore da dare".
Una fiaccolata, quella di via Teramo, organizzata dal coordinamento regionale di Giovane Italia, dalle associazioni Idee in Azione, Trinacria, Trinacria donne, Vento del Sud, Fronte Universitario, Siciliami, e il Consap. Una larga rappresentanza del mondo sociale etneo e che ha visto l'appoggio dei consiglieri Manlio Messina e Giacomo Bellavia.
"Siamo contenti di dare un forte segnale- ha dichiarato Bellavia- in un'occasione come questa con centinaia di giovani che hanno prontamente risposto". "Bisogna dare coraggio ai commercianti- ha affermato Manlio Messina- che devono trovare il coraggio di denunciare. Da questo punto di vista esiste una legge regionale che viene incontro a loro ma bisogna anche proteggere questa categoria che è in prima fila e subisce i maggiori pericoli".
Presente anche Salvo Politino direttore provinciale di Confesercenti che ha dichiarato come "sono in molti i commercianti che vivono le difficoltà del racket ma bisogna che per gli operatori sia più facile denunciare questo male. Non si può bloccare tutto in pastoie burocratiche inutili e dannose".
E oltre a tutto questo, oltre a tutta la manifestazione emerger chiaramente come in questa città poco cambierà se non vi sarà una presa di posizione netta della popolazione e soprattutto una consapevolezza del problema da parte delle istituzioni. Istituzioni che devono essere la rete di protezione dei cittadini e non firmare comunicati stampa postumi dopo la rappresaglia di turno contro chi ha il coraggio di alzare la testa e protestare contro la malavita.
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