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Il Report della Nona "Giornata dell'economia"

Catania, un quadro economico sconfortante

Il quadro economico della città di Catania non è così confortante come si sperava, ma del resto c'era da aspettarselo. La crisi si fa ancora sentire, effetti e numeri lo dimostrano. A confermarlo il Report della Nona "Giornata dell'economia" che ha fornito un quadro preciso dell'economia catanese e la realtà che emerge è davvero preoccupante. In particolare attraverso i parametri utilizzati, ovvero natalità, mortalità e tasso di sviluppo, è emerso che la dinamica imprenditoriale registrata nel corso dell'anno 2010 ha subito un forte calo in tutti i settori.
Nello specifico, il commercio con le sue 29.114 imprese, pari al 35,35%, rappresenta il settore economico con la maggiore concentrazione imprenditoriale; segue l'agricoltura che, nonostante i problemi di filiera, riesce a mantenere un alto numero di imprese (19,69%) ma, oltre l'attuale crisi economica, quel che comincia ad essere il vero problema del settore agricolo è lo scarso interesse dei giovani per questa attività che in futuro ne comporterà un calo netto.
A dimostrazione della lenta crescita dell'economia cittadina i dati sulla mortalità e natalità imprenditoriale: Catania, con le sue 6.672 imprese nate, ha registrato un tasso di natalità del 6,57%, contro il 6,24% della Sicilia e il 6,74% nazionale. Per quanto riguarda le imprese cessate si registra un tasso di mortalità del 4,83%, contro un numero di imprese cessate in Sicilia del 5,28%, e un dato nazionale che conta il 5,55%.
Il tasso di sviluppo imprenditoriale (differenza tra natalità e mortalità) registra l'1,74% di Catania, lo 0,96% della Sicilia e l' 1,19% nazionale. Valori molto positivi che fanno sicuramente sperare in meglio.
Sui dati del Report è intervenuto il presidente della Camera di Commercio Pietro Agen con parole molto dure ma significative. "La nostra è una città che risente ancora della crisi - ha detto - ci vuole lavoro, legalità ed occupazione. Dobbiamo ragionare su come si crea lavoro vero, se andiamo avanti con i compromessi di questi anni non andremo avanti e i dati lo dimostrano. Bisogna lavorare ad un ragionamento per far sì che i buoni propositi diventino realtà. Ora si tratta di stabilire cosa si vuole per Catania".

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