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Troppi bambini dimenticati o lasciati in auto
Papà: vai piano, non correre
Dolore e rabbia per la morte della bimba di 22 mesi, Elena Petrizzi, dimenticata in macchina dal padre lo scorso 18 maggio a Teramo. La madre - Chiara Sciarrini: "era un padre esemplare, non accuserò mai Lucio, Elena lo adorava". L'uomo, un professore universitario docente di chirurgia veterinaria all'Università di Teramo, persona stimata da tutti - oltre al dolore per la perdita della figliola per un fatto involontario, dovrà rispondere di "omicidio colposo". Si è pregato e sperato per Elena fino all'istante, quando i dottori hanno decretato la sua morte cerebrale, la triste e dolorosa notizia è stata trasmessa anche dall'Agenzia Ansa - diceva, infatti, che la piccola Elena non ce l'aveva fatta.
A questo punto si è messa in moto la macchina dell'espianto e si è accesa una luce di speranza per altre tre vite compromesse da grave malattie di cuore, fegato e reni. I familiari hanno autorizzato l'espianto alle 11,30 del giorno 22 presso gli Ospedali Riuniti di Ancona ove c'é anche il polo dove si possono effettuare espianti di organo. Nell'immediato è stato autorizzato il distacco delle macchine che tenevano in vita la piccolina e prelevati gli organi che sono andati a: il fegato al piccolo Tommaso, il bimbo di Savona di nove mesi, miracolato, dice la mamma, grazie alla generosità di Elena e dei suoi genitori. Cuore e reni ad altrettanti bimbi in precarie condizioni di salute.
La domanda angosciante, martellante, quella che si insinuava in quelle ore nelle menti di tanti genitori: come si può dimenticare un figlio?
Eppure è capitato, è ricapitato, e chissà quante altre volte succederà, sperabile senza conseguenze tragiche. Ma come è possibile? Dato chela causa non è neppure una patologia. Purtroppo è il riflesso della società in cui viviamo, per cui, tanto per cominciare, le nostre menti sono pre-occupate, ovvero occupate già in partenza da una moltitudine di pensieri. Il problema è un altro. Piuttosto ad una situazione sociale sempre più pesante ed insopportabile per un essere umano. Sempre concentrato sul lavoro, sulla carriera, sull'avere, sul fare, sull'essere protagonista".
Tutto questo non ci fa fermare mai, non ci fa concentrare sulle cose che contano veramente, sugli aspetti della nostra vita quotidiana autentici, ma socialmente non rilevanti o non considerabili. Il dolore del padre e della mamma di Elena colpisce al cuore noi e tutti gli italiani. Purtroppo questa tragica catena non si ferma: qualche giorno dopo muore un altro bimbo, 11 mesi, dimenticato per tre ore in macchina sotto il sole; e, poi, a Roma, due gemellini, lasciati in macchina per due ore: il padre era andato a giocare alle slot machine. Questa volta, però, è andata bene.
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