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La Procura: "Uso personalistico del patrimonio dell'ente"

IACP sotto inchiesta

Le carte inviate alla Corte dei Conti

Bufera sull'Istituto Autonomo Case Popolari di Catania. La Procura della Repubblica di Catania, infatti, in seguito ad accertamenti effettuati da parte della Guardia di Finanza prorpio in relazione alla gestione dell'Ente etneo, avrebbe inviato un fascicolo alla Corte dei Conti di Palermo in cui, tra le varie accuse, si contesta al direttore generale dell'istituto catanese, Santo Schilirò, a un funzionario e tre dirigenti, di aver fatto un uso "personalistico" del patrimonio dell'Ente, per un danno alla pubblica amministrazione di circa 30 milioni di euro.
Secondo quanto contestato, infatti, non solo i dirigenti non avrebbero eseguito nessun recupero della morosità dei canoni d'affitto, nè sfratti e neanche alcuna esecuzione forzata, nonostante l'Ente lo potesse fare senza dovere fare ricorso a un provvedimento del giudice, ma avrebbero inviato le lettere di sollecito, senza dar loro alcun seguito e, inoltre, avrebbero assegnato illegalmente alloggi e botteghe a chi non aveva alcun diritto (alcune di questa sarebbero state addirittura date in uso a partiti, sindacati e patronati).
Un danno alla pubblica amministrazione stimato in circa 30 milioni di euro.
Uno scandalo annunciato, per Orazio Licandro, della segreteria nazionale dei Comunisti italiani, e per Pierpaolo Montalto, segretario provinciale di Rifondazione comunista; una gestione malaffaristica che, secondo la Federazione delle sinistre e secondo il sindacato degli inquilini assegnatari etneo, il Sunia, era ben evidente e, per questo, era stata più volte denunciata.
In particolare, Licandro ha ricordato come fu proprio la FdS, quasi un anno fa, a denunciare una gestione privatistica dello Iacp da parte di Schilirò Rubino, sulla scia di una relazione degli ispettori regionali, risalente a un anno prima e passata sotto silenzio, dalla quale emergeva come il direttore - che continuava a governare l'ente malgrado questo fosse commissariato - compisse "fatti di assoluta discrezionalità", che andavano dall'assegnazione arbitraria degli alloggi, all'assunzione altrettanto arbitraria di personale alla gestione irregolare del protocollo. A cui aggiungere, oggi, la mancata riscossione delle pigioni degli affittuari morosi e la reiterazione del reato di falso ideologico da parte di Schilirò, secondo quanto si legge nel provvedimento di conclusione delle indagini.
Una brutta batosta per la città di Catania, in cui la penuria di alloggi è tale dall'aver trasformato quella abitativa in una vera e propria emergenza, come ben dimostrato dalla cronaca degli ultimi giorni, che ha avuto come protagonisti gli ex occupanti del Palazzo di cemento di Librino.
Da qui, la proposta del Sunia e del suo segretario provinciale, Giuseppe Conti, che chiede il superamento degli IACP, la costituzione di un unico strumento a livello Regionale chiamato Agenzia Casa e la costituzione di Agenzie in ogni Comune che sostituiscano gli attuali istituti.

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