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Troppo forte la Spagna per i ragazzi di Prandelli
Bravi Azzurri
Una squadra lanciata verso il futuro
Il Commissario Tecnico della Nazionale Italia di Calcio Cesare Prandelli
Onestamente non si poteva chiedere di più alla nostra nazionale di calcio. Certo, con il senno di poi, e la vocazione polemica di noi italiani, Prandelli avrebbe potuto scegliere sin dall'inizio Balzaretti al posto di Marchisio, avrebbe potuto tenere in campo Montolivo e impedire di finire in dieci contro un avversario più forte e in vantaggio di due gol. Ma una volta tanto cerchiamo di vedere il bicchiere mezzo pieno.
La squadra ha giocato un buon campionato d'Europa. Con la stessa Spagna, nella gara di esordio, ha dominato per gran parte della partita rischiando di vincere. Solo con la Croazia non ha reso al massimo ma nelle tre partite successive, con Irlanda, Inghilterra e Germani ha giocato molto bene. E se si è sofferto un po' è stato solo per colpa di qualche imprecisione in fase di attacco e di un pizzico di sfortuna. Riflettendo bene, poi, la forza della Spagna non si è basata sui singoli ma è emersa dal fatto che si tratta di una squadra coesa, amalgamata, che gioca a memoria da ormai quattro anni. L'esperienza, oltre alla classe di tanti suoi elementi, sopperisce ai limiti che ci sono. Forse la Germania non ha nulla in meno degli iberici eppure l'Italia l'ha battuta nettamente. Questo vuol dire che la strada è quella giusta. Il mondiale del 2014 non sarà certo facile visto che si giocherà in casa della squadra tradizionalmente più forte: il Brasile. Ma nel calcio non è mai deciso nulla. Gli stessi brasiliani persero il precedente mondiale giocato in casa, nel 1950, con l'Uruguay. Un 1 a 2 finale che i brasiliani ricordano ancora. Cesare Prandelli sa che non sarà facile attraversare questi due anni. Lo ha detto chiaramente ma è un commissario tecnico che ce la può fare, che può dare grandi soddisfazioni all'Italia intera. La squadra c'è, qualcuno potrebbe essere recuperato a partire da quel Giuseppe Rossi rimasto a casa perché infortunato, qualcun altro potrebbe emergere; mentre gente come Balotelli, che ha solo 21 anni, andrà incontro ad una certa maturazione. Il futuro non appare grigio come altre volte, come ad esempio nel 2000, dopo la finale europea persa con la Francia.
Qualche similitudine invece ci potrebbe essere con il campionato del 2004, quello del "biscotto" tra Svezia e Norvegia che ci eliminò. Due anni dopo, in Germania, la squadra di Marcello Lippi si laureò campione del mondo.
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