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A tu per tu con il responsabile del settore giovanile granata
Acireale, le mille emozioni di Pennisi
"Il titolo juniores è il frutto della programmazione"
Acireale è diventata la sua seconda casa. Salvo Pennisi, responsabile del settore giovanile granata, non si risparmia di certo. Si è imbarcato da due stagioni nella nuova avventura, lasciando la carriera di allenatore e seguendo le direttive di un dirigente come Mario Marino che è garanzia di professionalità. Dopo un anno di rodaggio, quest'anno sono arrivati i primi importanti risultati.
"Abbiamo iniziato un progetto due anni fa - ricorda Salvo Pennisi - rifondando del tutto il settore giovanile. Siamo ripartiti da zero sapendo che non era facile raggiungere traguardi importanti. Dopo un anno di assestamento quest'anno sono arrivati i primi frutti sia dal punto di vista dei risultati che dei giovani che si sono affacciati in Serie D".
- Programmazione accurata con uno studio effettuato a tavolino?
"L'aver ottenuto la vittoria nel campionato regionale juniores, riservato alle formazioni siciliane militanti in Serie D, fa parte del programma iniziato lo scorso anno. Abbiamo lasciato la base dei 93 che erano con noi lo scorso anno inserendo elementi provenienti da altre società che già si sono messi in luce in prima squadra, un mix ideale".
- Bravi a programmare, poco a dialogare forse. In campo regionale le società catanesi non vanno lontano. Come mai?
"Siamo consapevoli che programmare vuol dire lavorare giorno dopo giorno, ci piace far parlare di noi per i risultati e non solo per fare chiacchiere al vento. Dispiace vedere, comunque, che le squadre della provincia non vanno lontano. Molte società lavorano solo per l'obiettivo immediato e non programmando il futuro".
- Il ruolo di dirigente la soddisfa? O le piacerebbe tornare ad allenare?
"In questi due anni al fianco di Mario Marino ho sicuramente ampliato l'aspetto del calcio che prima vedevo solo restando dall'altra parte della barricata. L'esperienza è stata straordinaria. Tornare ad allenare? Mai dire mai, il campo ti regala emozioni maggiori rispetto ad un lavoro di scrivania. Se arriveranno proposte importanti e credibili valuterò con attenzione ma ovviamente attendo gli sviluppi ad Acireale".
- La vittoria più bella? E La sconfitta più brutta?
"Non sono legato a un particolare momento. Il calcio è bello perché ti consente di riscattare prontamente una delusione senza bisogno di rimuginarci sopra più di tanto. L'esperienza a Fiumefreddo resta la più bella. Ero partito per una tranquilla salvezza. Ho lottato sino alla fine per il salto in Eccellenza".
- Il giocatore più forte che ha allenato?
"Ho avuto la fortuna di poter allenare Antonio Ragusa, attuale bomber della Salernitana ed in odor di categorie quali A e B, quando ho allenato a Giardini. Ma non posso dimenticare Peppe Pagana a Paternò e Sasà Astarita".
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