Il Progetto Rugby ha coinvolto 5 scuole e 500 bambini

L'Amatori Catania sempre impegnato nel sociale

Finisce la scuola e termina anche la quinta edizione del "Progetto Rugby", organizzato dall'Amatori Catania per diffondere i veri valori del rugby tra i bambini. La stagione dei biancorossi infatti non è terminata con la fine del campionato ma è continuata con questo progetto che serve anche a far raggiungere altri traguardi importanti alla società catanese. E un buon risultato, di cui andare fieri, è stato raggiunto anche quest'anno coinvolgendo oltre 500 bambini delle scuole elementari catanesi che quest'anno si sono avvicinate al rugby non solo come sport, ma come portatore sano di principi ormai in disuso nella società moderna come il rispetto, il sacrificio, l'orgoglio e la voglia di farcela che possiamo tradurre anche come voglia di riscatto nei confronti delle difficoltà oggettive che attanagliano molti di questi bambini delle cosiddette "scuole di periferia". La festa finale della scorsa settimana ha coinvolto tutte le cinque scuole che hanno aderito al progetto: la "Livio Tempesta" con i tre plessi di Via Gramignani, San Giuseppe La Rena e Via Plaia, la "Pestalozzi" e l'I.C. "Fontanarossa". Grande l'entusiasmo dei ragazzini che in occasione della giornata conclusiva del Progetto Rugby hanno disputato numerose partite all'insegna dello sport sano e del rispetto dell'avversario, proprio come vuole lo sport della palla ovale. "Siamo molto contenti di come si è svolto, anche quest'anno, il progetto Rugby nelle scuole che abbiamo seguito - ha detto Umberto Trebar, team manager dell'Amatori Catania - con oltre 500 bambini provenienti dalle scuole di Catania a giocare e divertirsi su un terreno da gioco, quello del "Santa Maria Goretti" interamente rifatto da noi stessi.
Quello di oggi è stato un vero e proprio rito di iniziazione al rugby per tutti questi bambini e possiamo dire, adesso, che siamo pronti a fare il salto di qualità: andremo infatti oltre, affiancando a questi bambini degli psicologi e degli insegnanti di lingua, per fare in modo che, accanto alla pratica sportiva, ci sia anche la crescita di questi ragazzi che saranno gli uomini e, speriamo, i rugbisti del domani".

di Marco Fiorilla. Pubblicato in Sport il 10/06/2011 Scarica il pdf