Antonio Raspanti nuovo vescovo di Acireale - Articolo - IlMercatinoSicilia.it

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Una cerimonia che ha coinvolto e emozionato l'intera comunità

Antonio Raspanti nuovo vescovo di Acireale

Umiltà e dolcezza". Il motto scelto per lo stemma episcopale dice già molto di monsignor Antonino Raspanti, nuovo vescovo della Diocesi di Acireale. L'ordinazione gli è stata conferita nel pomeriggio dell'uno ottobre dal cardinale Paolo Romeo, arcivescovo di Palermo di origini acesi, nel corso di una emozionante cerimonia svoltasi presso la Basilica Cattedrale della città delle cento campane. Raspanti, il cui arrivo era già stato anticipato a luglio (precisamente il ventisei, giorno in cui si festeggia la patrona Santa Venera), ha dunque preso possesso della Diocesi nel momento stesso in cui è diventato vescovo. Un unicum: Acireale non aveva mai assistito all'ordinazione in loco della propria guida religiosa. Numerose le autorità civili e politiche intervenute in Cattedrale, tra cui i sindaci dei diciotto comuni diocesani capitanati dal padrone di casa Nino Garozzo e l'assessore regionale all'Istruzione Mario Centorrino, in rappresentanza del presidente Raffaele Lombardo. Il nuovo vescovo è nato ad Alcamo il 20 giugno 1959 ed è stato ordinato presbitero il 7 settembre del 1982. Nel corso dei suoi 29 anni di ministero sacerdotale ha svolto diverse mansioni pastorali non solo nell'ambito parrocchiale (Trapani, Erice), ma anche nell'ambito culturale, ricoprendo ruoli di particolare responsabilità: docente stabile di Storia della Spiritualità, già preside della Facoltà teologica di Sicilia "San Giovanni Evangelista" di Palermo, direttore spirituale del Seminario Vescovile di Trapani. Raspanti è inoltre membro del comitato nazionale per gli studi superiori di Teologia e di Scienze religiose della Conferenza Episcopale Italiana e Cappellano di Sua Santità. Il nuovo vescovo succede a monsignor Pio Vittorio Vigo che, dopo aver retto la Diocesi di Acireale per nove anni, ha rimesso il mandato nelle mani del Papa Joseph Ratzinger, per raggiunti limiti di età, così come previsto dal codice di diritto canonico.

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