Disabili e lavoro, la legge 68/99 non è solo obbligo ma opportunità

Con la legge 12 marzo 1999, n. 68, si è profondamente innovata la normativa del collocamento obbligatorio già imposto nella precedente legge 482/68. Si tratta infatti delle "norme per il diritto al lavoro dei disabili", ma ciò ancora non basta a garantire nella nostra società pari opportunità dei soggetti nel mercato del lavoro. Il tema è stato sollevato e trattato in una conferenza organizzata dall'Associazione "Nati per un sogno", presieduta da Graziana Russo. Il sodalizio acese, con sede in via Fabio presso il vecchio presidio ospedaliero della città, dal momento della sua nascita ha avuto come obiettivo, nelle diverse forme possibili, quello di aiutare i meno fortunati, quello di mettere tutti sullo stesso piano. E a leggerla questa norma del 1999 è davvero strutturata pensando a tutto, dal pubblico al privato, dalle piccole alle grandi aziende, prevedendo anche sanzioni per chi non la applica. E pure dopo oltre un decennio raramente ne vediamo piena applicazioni e ci si ritrova a dover assistere piuttosto che a rendere indipendenti uomini e donne con handicap. Così l'Associazione, presente con l'intero direttivo, dalla presidente Russo alla vice presidente Lidia Pulvirenti, che ha moderato i lavori, e dai componenti Tania Bisconti e Francesco Pulvirenti ha riunito attorno ad un tavolo e davanti a tante autorità e semplici uditori i seguenti relatori: il dott. Piazza dell'ufficio provinciale del lavoro, la dottoressa Stevani, assistente sociale del dipartimento di salute mentale di Acireale, il dottor Trojano, responsabile dell'unità operativa del dipartimento di salute mentale acese e il dott. Sigona Presidente del Consorzio Il Nodo. Da tutti interessanti contributi per la piena applicazione del diritto al lavoro delle persone disabili con l'obiettivo della piena integrazione degli stessi nel mondo del lavoro. Il lavoro nobilita l'uomo non è una frase fatta, ma il vero obiettivo di ogni singola persona, la prestazione lavorativa è motivo di soddisfazione ed occasione di aggregazione e socializzazione, quindi, come si diceva, non più persona da assistere ma cittadino da promuovere.

di Emanuela Volcam. Pubblicato in Cronaca il 17/02/2012 Scarica il pdf